Mentre Napoli e Milan proseguono il loro testa a testa bisogna dare la giusta evidenza alla Lazio e non solo per la grande vittoria a Bergamo contro l'Atalanta, senza Immobile e senza nemmeno un vice-Immobile (anche perché non esiste), ma anche perché la squadra di Sarri ha la miglior difesa della Serie A senza avere i migliori difensori, anche se Romagnoli sta facendo un ottimo campionato. Vedere la mano di Sarri al secondo anno è qualcosa che avrà fatto venire certi pensieri ad Agnelli, che nell'All or Nothing dedicato alla Juventus della stagione di Pirlo aveva definito fallimentare (veramente il termine era un altro) l'unica stagione di Sarri in bianconero, comunque conclusa con uno scudetto ed una sfortunata uscita negli ottavi di finale di Champions League contro il Lione. La Lazio è la terza forza di un campionato in cui il Napoli continua a volare, superando brillantemente prove di maturità come quella dell'Olimpico contro una Roma che puntava alla 0-0 e nel dubbio non ha fatto nemmeno un tiro verso la porta di Meret. Milan e Juventus senza forzare e pensando alla Champions fattasi difficile hanno travolto Monza ed Empoli, l'Inter è passata a Firenze fra mille polemiche prima, durante e dopo, tutti sperano di arrivare al Mondiale più o meno in questa situazione. Ma il Napoli è quasi perfetto, ed il Milan che ha ritrovato Origi ed in futuro magari ritroverà De Ketelaere ha margini di miglioramento.
Cosa potrebbe fare una Nazionale italiana miracolosamente ripescata per il Mondiale? Il solo scenario è inverosimile ed infatti nemmeno Mancini ci pensa, perché se la FIFA decidesse di escludere l'Iran per il mancato rispetto dei diritti umani, ed in particolare delle donne, allora dovrebbe impedire ad almeno metà dei suoi membri di prendere parte alle qualificazioni. A dirla tutta, nemmeno dovrebbe accettare di far giocare il suo torneo più importante in Qatar, se davvero importasse qualcosa della libertà al di fuori di vuote enunciazioni di principio. Ma a parte queste considerazioni non si capisce perché Infantino dovrebbe cercarsi grane togliendo un posto all'Asia. Detto, questo, rimangono l'affascinante domanda da 'What if' ed il ricordo della Danimarca di Euro 1992, ripescata al posto della Comunità degli Stati Indipendenti (in pratica i resti dell'Unione Sovietica, senza Georgia e paesi baltici) con i giocatori già in vacanza e poi clamorosa vincitrice. In sostanza ci si chiede se l'Italia di adesso sia migliore di quella della stagione 2021-22. La risposta è un sì: la squadra di Mancini non sarebbe fra le favorite a livello di Brasile, Francia e Argentina, ma se le giocherebbe con tutte le altre. Davvero un peccato avere sbagliato i tempi del rinnovamento.
Il Mondiale femminile interessa poco, nonostante tanta retorica che confonde la dignità della pratica sportiva con lo spettacolo e l'identificazione del pubblico. Diversamente Infantino non si lamenterebbe per lo scarso interesse delle televisioni nei confronti dell'edizione dell'anno prossimo, dal 20 luglio al 20 agosto, in Australia e Nuova Zelanda. "Le offerte sono 100 volte inferiori a quelle per il Mondiale maschile", si è lamentato il presidente della FIFA. Che non si è chiesto come mai siano 100 volte (in realtà non è proprio vero, di offerte ce ne sono) inferiori. Nella prima edizione a 32 squadre l'Italia di Milena Bertolini sarà nel gruppo di Svezia, Argentina a Sudafrica, impossibile che da noi non si vedano almeno le partite della azzurre: nel 2019 quelle del torneo in Francia furono trasmesse dalla Rai, oltre che da Sky. Ma chi in Europa avrà voglia di fare investimenti importanti per un Mondiale femminile le cui partite si giocheranno a metà estate nella nostra mattinata? Facile fare i politicamente corretti con i soldi del Vecchio Continente.
Milan-Monza è stata la partita del cuore di Silvio Berlusconi e soprattutto di Adriano Galliani, che del Monza è vero tifoso e che nemmeno nasce come milanista (da giovane era juventino). Ma al di là del 4-1 con cui la squadra di Pioli ha battuto quella di Palladino e delle varie celebrazioni, fra le due esperienze ci sono punti di contatto? Uno senz'altro: che nell'impresa fin da subito Berlusconi ha pompato soldi impossibili da pareggiare per la concorrenza. Inutile ripercorrere la storia della memorabile presentazione del Milan nell'estate 1986, un'avventura che tenendo conto dei soldi incassati per la vendita (senza entrare nel merito della figura di Yonghong Li) è costata alla fine, dopo 31 anni con tanti successi, sui 400 milioni milioni di euro. Questa del Monza, iniziata nel 2018, al momento viaggia sui meno 100 milioni e tenendo conto del diverso seguito del club si tratta di investimenti davvero a fondo perduto. Perché per l'assetto politico del calcio di oggi ad un eventuale Monza da corsa, che non è il Monza di oggi, sarà impossibile anche diventare l'Atalanta della situazione.
Con la morte di Dietrich Mateschitz non se ne va soltanto il geniale creatore del miracolo Red Bull, intesa propria come azienda e bevanda, ma anche un grande uomo di sport capace di fare cose incredibili in Formula 1 e notevolissime in tanti altri ambiti, calcio compreso. In cui entrò nel 2005 rilevando l'Austria Salisburgo rinominandolo subito Red Bull fra mille polemiche e diventando uno dei più importanti multiproprietari del mondo: New York Metro Stars, ora New York Red Bulls, Bragantino, Liefering e Lipsia e tante altre realtà, anche in Ghana. Con un progetto di calcio sostenibile amatissimo dai media ma in realtà non molto chiaro, visto che arrivava da un imprenditore con un patrimonio personale di quasi 30 miliardi di euro. Insomma uno che gli Haaland avrebbe dovuto comprarli e non venderli.