Il 14 giugno 1982 l'Italia cominciava il suo Mondiale più bello pareggiando 0-0 con la Polonia, al termine di una buona partita che gli azzurri rischiarono anche di vincere, fra la traversa di Tardelli e altre occasioni. Non è un caso che qualche giorno fa a Volandia sia stata inaugurata la mostra 'ALI e MondiALI', a 40 anni dal Mundial e a 50 dalla nascita Coppa del Mondo. Intesa proprio come trofeo fisico, visto che si tratta di una scultura di Silvio Gazzaniga, prodotta dalla Bertoni di Paderno Dugnano.
Alla presenza di Claudio Gentile, uno dei più decisivi in quel mese spagnolo (oltre alle marcature su Maradona e Zico da ricordare anche il cross per il gol di Rossi che sbloccò la finale di Madrid), e dei figli di Gazzaniga, Gabriella e Giorgio, con il patrocinio di CONI, FIGC e Regione Lombardia è stata celebrata l'opera italiana più famosa nel mondo, anche se la definizione farà inorridire i critici d'arte, e fino al 31 ottobre a Volandia (il Parco e Museo del Volo, a Somma Lombardo vicino a Malpensa: fra l'altro c'è anche un DC9 gemello di quello che riportò gli azzurri in Italia il 12 luglio) sarà possibile vedere i disegni originali di Gazzaniga e tante altre cose di culto legate ai Mondiali, come la collezione di biglietti da stadio di Matteo Melodia, la più completa al mondo, e quella di figurine di Gianni Bellini, anche in questo caso collezione al top.
Da ricordare che il progetto di Gazzaniga vinse il concorso FIFA, era la FIFA pre Havelange, battendo 52 concorrenti e prendendo il posto della Coppa Rimet che dopo il Mondiale del 1970 era stata definitivamente vinta dal Brasile. Gentile era in campo quel 14 giugno al Balaidos di Vigo, in un'Italia che si era avvicinata al torneo fra mille polemiche, su tutte quelle legate alla scommessa di Bearzot su Paolo Rossi, rinunciando a Pruzzo (ma va detto che l'attaccante della Roma era stato scartato già a febbraio, dopo l'amichevole persa con la Francia) in una Nazionale che già aveva dovuto fare a meno dell'infortunato Bettega. La partita di Rossi fu discreta, ma certo in quel momento nessun azzurro pensava che un mese dopo avrebbe messo le mani sulla coppa di Gazzaniga.
Alta 36,8 centimetri, 6 chili di peso (il che significa che il trofeo è cavo, se no peserebbe almeno 50 chili), fatta di oro massiccio a 18 carati, la FIFA World Cup di Gazzaniga ha la sua casa fissa al Museo della FIFA a Zurigo, che lascia soltanto in poche occasioni (la finale del Mondiale è una di queste). Non è più, insomma, conservata a cura dei campioni in carica. Ma soprattutto non sarà più assegnata a titolo definitivo dopo la terza vittoria: diversamente sarebbe già della Germania, senza sottilizzare sulle versioni Ovest che la vinsero nel 1974 e nel 1990. Ma sono questioni per maniaci, così come pensare che in ogni caso qualcosa di italiano al Mondiale ci sarà. Di certo l'opera di Gazzaniga è qualcosa che rimarrà per sempre.