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Dopo Immobile e Balotelli

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© Getty Images
I 39 di Mancini, la Fiorentina senza Vlahovic e il crollo dei telespettatori

Per le 5 partite che l'Italia giocherà a giugno, la Finalissima con l'Argentina e le 4 di Nations League (2 con la Germania, una con Inghilterra e Ungheria), Mancini ha convocato 39 giocatori: 16 più di quelli per un Mondiale, senza un vero perché se non inseguire un gigantismo che fa rimandare le scelte vere. La bella notizia è il ritorno di Spinazzola, protagonista nell'Italia manciniana più bella (quella fino al quarto di finale di Euro 2020 contro il Belgio), le notizie l'esordio di Pinamonti e Frattesi ma anche il saluto a João Pedro ma soprattutto a Balotelli, la scheggia impazzita che avrebbe potuto in teoria risolvere partite difficili: pensiero di gennaio dello stesso commissario tecnico, non nostro. Adesso l'anagrafe, visto che Balotelli ha 31 anni, esenterà Mancini dalla solita domanda su Balotelli. La carriera azzurra del più grande talento puro del calcio italiano, per quanto espresso soltanto in parte, è finita. E l'infortunio ha fatto iniziare anche il dopo Immobile, chissà a quanti fenomeni il bomber della Lazio ha impedito di emergere. 

Lo scudetto del Milan, vinto con il quarto monte ingaggi della Serie A, illuderà molti che si possa vincere qualcosa di importante spendendo molto meno della concorrenza. Ma gli albi d'oro dimostrano che funziona diversamente e quindi è fondatissimo l'ennesimo sfogo di Commisso contro chi spende soldi esterni al sistema o soldi non suoi, attraverso il debito, come Juventus, Inter, Roma e negli anni precedenti lo stesso Milan. Il proprietario della Fiorentina ha in ogni caso un talento eccezionale per gli affari, anche in un settore particolare come il calcio: quasi tutti nella stessa situazione contrattuale avrebbero perso Vlahovic a zero o poco più, come lui stesso ha ricordato, mentre la Fiorentina ne ha ricavato 80 milioni. Vlahovic non ha insomma rovinato la Fiorentina, anche se il discorso generale rimane valido. E più proprietà americane arriveranno più avrà sviluppi concreti.

La Serie A targata DAZN, con 3 partite su 10 anche su Sky, ha perso il 30% dei telespettatori rispetto a quella con 7 partite Sky e 3 in esclusiva DAZN. I dati Auditel riportati da Italia Oggi si commentano da soli: Sky in co-esclusiva ha avuto audience (che non significa abbonati) simili a quelle di DAZN in esclusiva, le differenza è stata fatta dalle altre 7 partite: 123,4 milioni nel 2021-22 contro 194 del 2020-21. Con l'asterisco, che tanto asterisco non è, che Auditel rileva gli ascolti attraverso i televisori, anche Smart TV, ma non quelli con altri strumenti, tipo tablet e smartphone. Secondo Nielsen e ovviamente DAZN conteggiando tutti i device si arriva ad un 50% in più, quindi ai valori del recente passato. È probabile quindi che verso la fine del triennio di contratto si riesca in qualche modo, perfezionando le rilevazioni, ad avvicinarsi ai valori di prima: bisognerà convincere non i giornalisti, ma chi acquista i diritti. O al limite sé stessi, pensando ad una vendita diretta della partite.