Maurizio Sarri è un caso, da ben prima rispetto alla disfatta contro il Milan a San Siro, che di fatto riduce il resto della stagione della Lazio alla doppia sfida contro il Porto in Europa League. Lo è sia per i risultati, che non hanno bisogno di commenti, sia per il gioco perché è evidente che la Lazio attuale vada peggio quando ha un atteggiamento tattico alla Sarri, come con il Milan, e meglio quando sta più raccolta e lancia i suoi giocatori offensivi, come a Firenze. Insomma, meglio la Lazio di Luis Alberto di quella senza Luis Alberto. Come singoli, poi, la squadra ha la cilindrata di quella di Pioli che l'ha appena surclassata, per fare un paragone fresco, anche se le manca drammaticamente un vice-immobile e l’infortunio dell’attaccante della Nazionale, mentre scriviamo queste righe ancora da valutare, lo sottolineerà ancora di più. Il mercato di gennaio non è esistito, ma questa non è certo una colpa di Sarri. Ed il famoso prolungamento del contratto del tecnico fino al 2025, quello attuale scade nel 2023 (con opzione per l'anno successivo, in caso di mancato rinnovo il club dovrà pagare una penale), per lanciare da parte di Lotito il segnale del’esistenza del progetto? Nessuno ne parla più. Per adesso la Lazio sembra una squadra adatta ad un altro tipo di allenatore.
Una situazione simile a quella di Sarri la sta vivendo Mourinho alla Roma, anche se l’eliminazione contro l’Inter in coppa è arrivata dopo una partita almeno dignitosa. Dignitosa ai nostri occhi, perché negli spogliatoi l’allenatore ha avuto parole durissime contro i suoi giocatori e il loro atteggiamento, come rivelato sul Corriere dello Sport dal direttore Ivan Zazzaroni. Il paragone con Sarri dipende dal fatto che in entrambi i casi il progetto coincide con la presenza carismatica dell’allenatore parafulmine, ma diverse sono le prospettive. In nessun caso Lotito cambierà la filosofia gestionale della Lazio, quella dei giocatori di media cilindrata da valorizzare, mentre se Mourinho lo vorrà, e soprattutto se Mourinho rimarrà, i Friedkin ribalteranno la Roma, dove in troppi elementi di valore sembrano involuti, da Veretout a Mancini. Di soldi ne stanno mettendo, gli americani, ma finora l'unico acquisto in grado di spostare gli equlibri rimane Abraham.
Il Chelsea ha raggiunto il Palmeiras nella finale del semiclandestino Mondiale per Club battendo 1-0 l’Al Hilal con gol di Lukaku e la cosa che ha colpito molti italiani è che questo Mondiale non sia trasmesso da alcuno dei mille canali televisivi italiani, free o pay, via digitale terrestre o streaming. Non ci sono manifestazioni di protesta, ci sembra, ma si tratta pur sempre del massimo evento FIFA per club, che senza il Covid sarebbe stato a 24 squadre già da questa edizione, assegnata alla Cina prima che la versione per così dire tradizionale fosse rifilata agli Emirati Arabi. Poi gli italiani davvero motivati la partita hanno provato a vederla sul canale You Tube della FIFA (noi non ci siamo riusciti, per un inspiegabikle blocco), ma il discorso non cambia: il Mondiale di calcio per club interessa soltanto ai tifosi delle squadre coinvolte, e nemmeno sempre. La scommessa è che con 8 squadre europee tirate dentro, questo prevede il format, qualche televisione in più sia interessata.