Nei quattro lunghi mesi che separano l’Italia dagli spareggi per Qatar 2022 Roberto Mancini avrà tempo per recuperare gli infortunati, meditare sugli errori fatti al di là di quelli di Jorginho dal dischetto contro la Svizzera e soprattutto inventarsi qualcosa per l’attacco visto che Immobile viene criticato quando gioca e rimpianto al massimo grado quando è infortunato. Certo a marzo il centravanti titolare sarà lui, che in 54 partite in azzurro ha segnato 15 gol: non esattamente il suo rendimento nella Lazio, ma comunque con 8 gol è Immobile, insieme a Belotti, il capocannoniere nei tre anni e mezzo di Mancini commissario tecnico. Dietro di loro Barella con 7, Insigne e Berardi con 6, poi tutti gli altri.
Che all’Italia, anche a quella campione d’Europa di Mancini, mancassero e manchino i gol degli attaccanti non è un discorso da bar ma una realtà che diventa ancora più preoccupante in un’epoca storica in cui si gioca di più, si segna di più, per diversi motivi le difese non possono quasi difendere, eccetera. Quando il 29 settembre del 1973 Gigi Riva segnò alla Svezia il suo gol numero 34 con la maglia azzurra, superando i 33 di Meazza, pur con tutte le celebrazioni del caso nessuno pensava che il record sarebbe durato 48 anni, con grandi chance di arrivare ai 60 visto che non ci sono notizie di un Haaland italiano. Poi Riva avrebbe fissato il suo primato a 35 (in 42 partite!) nella partita di qualificazione mondiale con la Svizzara all’Olimpico (…), quando ai Mondiali i posti disponibili erano soltanto 14 visto che la nazionale ospitante e quella campione reano qualificate di diritto.
Nella classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi Riva è davanti appunto a Meazza, il cui ultimo gol in Nazionale fu il leggendario rigore con l’elastico dei pantaloncini rotto, nella semifinale mondiale del 1938 contro il Brasile. Al terzo posto Piola a 30 gol, l’ultimo nel 1946, mentre solo dal quarto posto con Baggio e Del Piero a quota 27 si trovano giocatori dell’era della televisione a colori. Seguono Pippo Inzaghi e Altobelli con 25, Vieri e Graziani con 23, Sandro Mazzola decimo a 22, De Rossi con 21, Paolo Rossi con 20 ....
Venendo al presente, il primo bomber in attività è ovviamente Immobile con 15 gol, seguito da Balotelli con 14, Belotti con 12, Insigne con 10. Cosa vogliamo dire? Che nonostante nel corso dei decenni quasi ogni innovazione nel calcio (da quelle sul fuorigioco al passaggio al portiere, passando per maggiori sanzioni al gioco duro) sia andata in favore degli attaccanti, l’Italia storicamente ha prodotto pochi grandi attaccanti, in proporzione agli altri grandi paesi di calcio, e negli ultimi decenni pochissimi. Per questo a marzo il Mondiale azzurro dipenderà in gran parte dalla forma di Immobile.