C'è chi ha già quasi ultimato la propria campagna acquisti, vedi la
Juve con gli arrivi di Mandzukic, Dybala, Khedira e via dicendo, chi cerca di ricostruire il non esaltante organico dell'ultima stagione, vedi
Inter e
Milan, e chi, come la
Roma, lavora in differita.
Dopo aver perfezionato le cessioni di
Bertolacci, Viviani e Pellegrini, rispettivamente al Milan, al Verona - che ha vinto lo sprint finale con il Palermo di Zamparini - e al Sassuolo, i giallorossi stanno adesso cercando di strappare il sì di Sergio
Romero. Il portiere della Nazionale argentina, che si sta confermando su ottimi livelli in Coppa America, non ha rinnovato con la Sampdoria e il ds Walter Sabatini avrebbe avviato i primi contatti con l'agente del
Chiquito, Mino Raiola.
La paura per i tifosi della Roma, però, è che si arrivi a ridosso del campionato senza un nome blasonato. Intavolare e soprattutto chiudere una trattativa in tempi brevi non è una passeggiata, bisognerebbe capire le intenzioni di società e allenatore per far sì che non si ripetano i primi giorni di febbraio, quando la squadra di
Garcia si ritrovò senza 15 milioni di euro e con la firma di
Doumbia, non proprio un fiore all'occhiello.
Spolli? Il centrale argentino è arrivato dal Catania a scaldare la panchina per ben dodici volte e guardare i compagni dalla tribuna per altre quattro. Una sola presenza, durante l'ultima di campionato, nella sconfitta casalinga contro il Palermo. Ci sfugge ancora l'utilità.
Di certo il tesoretto che si accumulerà dalle possibili partenze di
Destro e
Gervinho servirà come prima cosa a risanare il bilancio, ancora in rosso secondo gli ultimi dati ufficiali. Per arrivare al grande attaccante (si parla di
Dzeko) è dunque necessario far cassa. Il nuovo provvedimento della UEFA in materia di
Fair Play Finanziario ha poi deciso di alleggerire le norme sul pareggio di bilancio. In che modo? Alle società che non sono state punite negli ultimi tre anni è consentito di avere un deficit più ampio dei 30 milioni di euro sulla base di una documentata previsione di crescita degli utili. Ma la Roma è costretta a guardare, sanzionata dall'organo presieduto da Michel
Platini lo scorso maggio. Multa e rosa ridotta per le coppe europee. Ed è in questo senso che il lavoro di
Sabatini diventa ancora più gravoso.