Home

Calcio

Calcio Internazionale

Formula 1

Basket

Altri Sport

Personaggi

Guerin Sportivo

LIVE

Fra Trapani e Roma

LEGGI TUTTO
Bilancio di fine 2025 fra i ritiri di Belinelli e Gallinari, la durezza con Antonini, la ripartenza di Pozzecco, gli italiani nella NCAA e la sostenibilità di NBA Europe

In mezzo al caso Trapani è doveroso un bilancio di ciò che è stato il 2025 per la pallacanestro italiana. Un anno di grandi speranze, visti i successi delle nazionali giovanili e lo stesso bronzo europeo assoluto delle donne, in un ambiente che fa il pendolo fra la nostalgia per il passato pre-Bosman e l’entusiasmo acritico per squadre del tutto provvisorie, al di là dei passaporti, squadre in cui è difficile identificarsi. In noi personalmente domina la tristezza per la fine della nostra generazione NBA, arrivata con i ritiri di Marco Belinelli, dopo lo scudetto con la Virtus Bologna, e di Danilo Gallinari dopo il trofeo alzato in Porto Rico e l’ultimo urrah in Nazionale con Pozzecco che nemmeno lo voleva. Due carriere fantastiche, da protagonisti in NBA (più Gallinari, in molte stagioni primo o secondo giocatore delle sue squadre) e nel caso di Belinelli anche in Europa, attaccatissimi a una Nazionale dove sono stati spesso capri espiatori. Certo nei quasi 20 anni anni con loro e spesso, fino a quando ha giocato, Bargnani l’Italia non è mai arrivata nelle prime quattro in un qualsiasi torneo ed è giusto dirlo pur con l’asterisco storico: la loro Europa, con tante nazionali pericolose, è stata diversa da quella con cui si sono dovuti confrontare Marzorati e Meneghin. 

Venendo a Trapani, mentre scriviamo queste righe di fine anno l’ultima notizia è che il tribunale federale ha dato un’altra picconata alla permanenza in Serie A della Shark, con una nuova penalizzazione di 3 punti che porta a meno 8 la penalizzazione complessiva, e una inibizione di due anni per Antonini. Al di là dei debiti fiscali e previdenziali la questione politico-sportiva è chiara: Antonini da potenziale uomo di Petrucci nella rinascita di una squadra romana di Serie A si è trasformato in un problema di cui liberarsi, con il supporto delle altre quindici società della Lega che lo hanno già poco simpaticamente (davvero una bella lega) scaricato, alcune anche per motivi di bottega (traduzione: una retrocessione in meno) e altre proprio per creare spazio a una città più mediatizzata di Trapani. Da ricordare che con gli 8 punti la squadra 'allenata' da Petrucelli sarebbe terza dietro Virtus Bologna e Brescia, e anche anche con la penalizzazione sarebbe comunque alle Final Eight di Coppa Italia. A questo punto lo scenario più probabile è quello di una Serie A a 15 squadre entro brevissimo tempo, soprattutto se gli Shark non si presenteranno il 4 gennaio a Bologna, con un posto che nella prossima stagione verrebbe occupato da una realtà romana artificiale, base per l’eventuale discorso NBA Europe.  Colpisce, a prescindere dal discorso fiscale, la velocità con cui anche altre situazioni sono precipitate visto che fino a poco tempo fa la regola del sei più sei sarebbe stata interpretata, magari con una multa una tantum, e non applicata con una durezza in Italia sospetta. 

Il 2025 ha chiuso anche l’era di Gianmarco Pozzecco alla guida della Nazionale, tre anni in cui ha fatto il fattibile fallendo davvero soltanto il torneo preolimpico: non per il risultato, perché ci stava che un’Italia senza Fontecchio rimanesse fuori dai Giochi, ma per l’atteggiamento a volte rassegnato e a volte da influencer (tale lo riteneva Petrucci, che lo ammetteva anche), con i giocatori che non sempre hanno preso nel modo giusto i suoi messaggi. Rimane uno dei pochi volti riconoscibili della pallacanestro italiana e anche un allenatore che capisce la pallacanestro, che l’ha sempre respirata: il rientro in pista con l’ambizioso Galatasaray lo aiuterà a uscire da un personaggio che spesso l’ha penalizzato.

Quanto alla Nazionale, Banchi si ritrova più o meno con gli stessi problemi di Pozzecco e una generazione che maturerà quando a guidare l’Italia sarà il suo successore. A proposito, cosa rimane dei tanti giovani di successo e della relativa retorica? Nessuno di quelli che potrebbero spostare qualcosa gioca in Serie A. E per fortuna, ci viene da dire, a meno che qualcuno pensi che Suigo nell’Olimpia avrebbe avuto più minuti di Toté o che Ferrari abbia fatto male a fare la stella in A2 a Cividale invece che il panchinaro in A. Certo la NCAA sta lavorando per noi, visto che fra Sarr, Perez, Lonati, Bettiol e gli altri qualcuno arriverà molto in alto e in ogni caso si formerà una buona classe media per la Serie A.  

Nel 2026 si parlerà tantissimo di NBA Europe, anche troppo visto che i diretti interessati sono i primi a non avere le idee chiare su ciò che dovrebbe nascere nel 2027 su una base ibrida (12 partecipanti di diritto e 4 qualificate dalla Champions League FIBA), più simile all’Eurolega attuale che a una lega statunitense. Certo è assurdo che le federazioni, non soltanto la nostra, tifino per un’Europa colonizzata dalla NBA, che per forza di cose sarebbe una NBA di Serie B e quindi non vendibile come quella vera, oltretutto in via di espansione (ma sul serio) verso le 32 squadre con franchigie a Seattle e Las Vegas. L’unica cosa positiva della nuova ipotetica realtà è che prevede la partecipazione dei club anche ai rispettivi campionati nazionali (da qui anche questo attivismo su Roma in Serie A) e un calendario che rispetti le finestre per nazionali. Certo nessuno ha ancora capito come guadagnarci, come arrivare alla mitologica sostenibilità, se no sarebbero partiti ieri. 

stefano@indiscreto.net