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Serie A contro Trapani

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La minaccia del campionato a 15, l'Italia terza al mondo, la coppetta dei Knicks e la Roma da NBA

Il caso Trapani va al di là dello stesso futuro della Shark, visto che Antonini sta cercando ogni pretesto per mollare il basket (e il calcio) in Sicilia per iniziare un’avventura romana, non è ancora chiaro con quali contorni e con quali diritti. Stiamo parlando della squadra che senza i 5 punti di penalizzazione sarebbe prima in Serie A e che fino a un mese fa era una credibilissima terza concorrente per lo scudetto dietro alle solite Olimpia e Virtus. La partita contro Udine, con Petrucelli allenatore in campo nel vero senso dell’espressione, promette di essere superata come assurdità se non si risolverà la questione del dodicesimo tesseramento (però la formula del sei più sei Antonini l’ha scelta liberamente) che al momento farebbe partire Trapani da meno 50.000 euro di multa a partita: quasi ci si paga un mestierante americano, nel mercato di oggi. Una storia iniziata sul finire della scorsa stagione, con i 4 punti di penalità inflitti per irregolarità nei versamenti INPS e IRPEF e da scontare in questa, di stagione. Lo scorso 24 novembre i punti sono diventati 5, per il mancato versamento di una rata. Ma è evidente che al di là delle questioni regolamentari siano venuti a mancare anche i soldi, in concreto, diversamente Repesa e Alibegovic non sarebbero scappati nel modo in cui l’hanno fatto. In sintesi, domenica Trapani andrà a giocare a Sassari con 11 tesserati e quindi con la multa di nuovo pendente, ma nel contempo ha anche minacciato di ricorrere al TAR per sospendere la Serie A, nel caso non si arrivi a una soluzione (quella di buon senso sarebbe ovviamente permettere l'applicazione del cinque più cinque, cioè massimo cinque giocatori non di formazione italiana). La realtà è che Gherardini per questa sua prima grande grana da presidente di Lega dovrà fare da mediatore con Petrucci, e ha già detto che lo farà, per evitare che Trapani venga spazzata via iniziando un circo di ricorsi. Sullo sfondo, per chiamare le cose con il loro nome, le tante pericolanti che tifano per lo scenario peggiore in modo da doversi salvare da una sola retrocessione. Certo il comunicato congiunto di 15 squadre per prendere le distanze da Trapani fa pensare che il peggio debba ancora venire.

Una buona notizia per la pallacanestro italiana arriva dalle vituperate nazionali, visto che nel ranking giovanile FIBA maschile è stata superata la Francia, arrivando a un quasi incredibile terzo posto dietro a Stati Uniti e Spagna. Sottolineiamo il ‘quasi’, vista la clamorosa estate azzurra con l’oro europeo Under 20, il bronzo Under 18 e il quarto posto Under 16, senza dimenticare l’argento mondiale Under 17 del 2024 e soprattutto i tanti giocatori nella NCAA o in procinto di andarci. Non tutto è da buttare quindi, con il paradosso di un sistema che sta producendo buoni giocatori ma non sa bene dove farli giocare, per lo meno quelli di fascia media.

I New York Knicks non vincono un titolo NBA dal 1973, ma la NBA Cup appena conquistata contro i San Antonio Spurs di Wembanyama è meglio di niente. Certo nell’Est con tante grandi imperfette di questa stagione Jalen Brunson, Anunoby, Towns e gli altri possono in teoria andare fino in fondo: a provarlo è anche la scelta di non appendere il banner al Madison Square Garden, come a dire che il vero obbiettivo è un altro e che la NBA Cup serve soltanto a far discutere, in una lega che sta andando verso due svolte epocali, da decidersi nel 2026: l’allargamento a 32 squadre, a partire dal 2027, con l’ingresso di franchigie con sede a Seattle e a Las Vegas, e la gestione di NBA Europe.

Già, NBA Europe: a che punto siamo? Siamo al punto in cui un presidente federale lavora contro il diritto sportivo, cioè l’unica cosa che in teoria dovrebbe difendere. Ma l’ottantaduenne Gianni Petrucci dopo l’incontro con Jorge Garbajosa, cioè il presidente di FIBA Europe, è sembrato molto carico: la squadra di Roma ci sarà, inventandosi entro due anni una realtà che giochi la Serie A e anche in questa fantomatica lega, che quindi nascerebbe ibrida, 12 partecipanti fisse e 4 qualificate dalla Champions FIBA. Non si capisce quale sarebbe la differenza con l’Eurolega, al di là del marketing NBA. Ma con 32 squadre nella NBA vera chi andrebbe a vedere la NBA europea, cioè una sorta di Serie B?

stefano@indiscreto.net