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Divina Mabel Bocchi

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La scomparsa di una delle più forti giocatrici italiane di sempre, l'unica ad essere conosciuta al di fuori del circuito degli appassionati di pallacanestro. Icona anni Settanta e donna libera in un ambiente conformista come quello giornalistico-sportivo...

Mabel Bocchi ci ha lasciato, a 72 anni, ma già molto prima della malattia si era staccata dal mondo della pallacanestro che le aveva dato tanto e a cui lei ha dato tantissimo. Stella assoluta della Nazionale e del GEAS che dominò negli anni Settanta, con 8 scudetti in 9 stagioni e la gemma della Coppa dei Campioni 1977-1978, la prima mai vinta da una squadra femminile italiana in qualsiasi sport. Le ragazze di Sesto San Giovanni, allenate da Fabio Guidoni dopo avere vinto tanto con Dante Gurioli, nella finale di Nizza batterono lo Sparta Praga e a distanza di quasi mezzo secolo, nonostante altre squadre italiane diventate campioni d'Europa, i nomi di quell GEAS sono stampati nella testa anche di chi non c'era: Rosi Bozzolo, Cristina Tonelli, Lella Battistella (in seguito madre di Andrea Crosariol), Dora Ciaccia, e poi lei, Mabel Bocchi, la Divina. Definizione ereditata da Lea Pericoli e che poi si sarebbe ben adattata anche a Federica Pellegrini.

Nonostante fosse tecnicamente completa e versatile, l'altezza (1.86) all'epoca notevolissima per una ragazza italiana faceva sì che spesso la Bocchi venisse schierata come centro (epici i suoi scontri con la sovietica Semionova, più alta di lei di quasi 30 centimetri), in ogni caso delle sue squadre era sempre la leader in campo e fuori, pronta a battersi per ingaggi e assistenza medica decenti anche nella pallacanestro femminile, che era ed è rimasta figlia di un dio minore, ogni tanto rilanciata dai soldi di qualche imprenditore appassionato come era Azeglio Maumary. Inutile dire che alla sua fama contribuì anche la bellezza, ma una bellezza non stereotipata, da atleta e non da aspirante modella (le influencer non esistevano). 

 

La Bocchi comunque non voleva rimanere ingabbiata nel suo personaggio e sul finire della carriera, un finire davvero prematuro (si ritirò nel 1982, a 29 anni), iniziò a fare la giornalista, collaborando a varie testate e diventando popolarissima grazie alle apparizioni alla Domenica Sportiva a fianco del mitologico Aldo Giordani. Con la Nazionale ha partecipato a tre edizioni dei Campionati Europei (1970, 1972 e 1974, l'edizione del bronzo di Cagliari) e nel 1975 ai Campionati del Mondo in Colombia, dove arrivò seconda fra le realizzatrici (e quell'Italia fu quarta nel torneo), fu  giudicata la migliore giocatrice al mondo. A differenza di tanti e tante lei non ha mai fatto la grande ex, cimentandosi nelle attività più disparate, dalla politica al bridge al volontariato per persone e aninali sfortunati, rimanendo delusa dal giornalismo e guardando con ironia amori vecchi (nel basket fece epoca la sua storia con Renzo Bariviera) e nuovi, stando benissimo con sé stessa. Grandissima. 

stefano@indiscreto.net