Ci ricorderemo a lungo del canestro finale di Mannion, quasi concesso dalla Lituania, del quarto periodo di Procida, della leadership di Tonut, dei primi punti azzurri di Suigo e di tante altre cose. Perché senza l’emozionante vittoria di Klaipeda l’Italia del nuovo corso di Luca Banchi sarebbe già quasi virtualmente fuori da tutto: dai Mondiali 2027 e quindi anche dalla passibilità di accedere a uno dei tornei preolimpici. La sconfitta di Tortona contro l’Islanda, comunque non fantabasket visto il passato dell’Islanda contro gli azzurri, e viste le percentuali di tiro, aveva già messo Banchi con le spalle al muro dopo una sola partita ed è bene ricordarlo perché queste qualificazioni rimangono difficili. Ed una fra Lituania, Turchia e Serbia, per non dire della Gran Bretagna, la si dovrà eliminare: inutile piangere sulle assenze perché tutti sono dimezzati, meglio dare il massimo con ciò che si ha al momento e l’Italia lo ha dato.
Paradossalmente i grandi cambiamenti che si stanno profilando nel basket europeo di club renderanno ancora più importanti le nazionali: lo spettacolo per il pubblico (ammesso che NBA Europa ce l’abbia) contro lo sport identitario, in mezzo i campionati nazionali e anche sovranazionali che devono fare una scelta e non facendola moriranno. L’unica certezza dovrebbe essere quella sulla posizione della FIBA e delle federazioni, che però incredibilmente si stanno consegnando alla NBA solo per fare un dispetto all’Eurolega. Se Petrucci si esalta per una eventuale franchigia NBA a Roma, che sia a trazione romanista con i Friedkin o laziale con Antonini in fuga da Trapani, senza chiedersi perché per la settima stagione consecutiva la capitale non ha una squadra in Serie A, significa che certe decisioni sono già state prese e gli appassionati si augurano soltanto di non vedere tre Europe: quella NBA, che parte con un obbiettivo chiaro (sfruttare i brand della grandi città e dei club calcistici), quella della FIBA le cui coppette dovrebbero essere la Serie B e C della NBA europea, e quella di un’Eurolega impoverita e spostata sull’asse greco-turco-serbo.
Ma tornando a noi possiamo dire che c’è poco da dire: le finestre così come sono adesso permettono soltanto di mendicare qualche giocatore ai club di Eurolega, ricevendo spesso dei no, e di non avere nessuno di quelli che giocano in America, NBA o NCAA che sia. Per uscirne vivi occorre una buona classe media, che è proprio quello che la pallacanestro italiana sta perdendo ma non ha ancora perso. Le Olimpiadi rimangono un sogno lontanissimo, anche se per ipotesi tutto il gruppo dell'Under 20 mantenesse le promesse, ma la vittoria in Lituania è stata di quelle pesanti. Poi la squadra di Kurtinaitis, senza Sabonis, Buzelis, Valanciunas, Jakucionis, eccetera, oltre a quasi tutti i giocatori dello Zalgiris, ha dovuto lasciare a casa molto più talento di noi ed è giusto ricordarlo.
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