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NBA, fine del vecchio All Star Game

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L'All Star Game NBA ha cambiato format, riuscendo nella difficile impresa di proporne uno peggiore rispetto a quello con cui siamo cresciuti e che è arrivato al capolinea la scorsa stagione. Basta con Est contro Ovest, sfida fra conference che non ha mai scaldato nessuno (chi è che tifa per una conference?), ma sfida fra due squadre scelte dai due campioni più votati di ciascuna conference, con un meccanismo simile al draft e che già si è visto nella sfida fra rookie (primo anno nella lega) e sophomore (secondo). La nuova idea è stata partorita congiuntamente dalla lega diretta da Adam Silver e dal sindacato giocatori presieduto da Chris Paul. Da capire come il voto per così dire popolare (50% di incidenza), unito a quello di giornalisti e allenatori, per definire i 'votabili', si integrerà con lo pseudodraft dei due capitani: secondo quanto è stato finora comunicato i 24 giocatori saranno comunque divisi equamente per conference, con i quintetti scelti dal voto popolare e le sette riserve dagli allenatori. Poi i due leader, stando ai voti dell'anno scorso James e Curry (difficile che quest'anno siano diversi), faranno le loro scelte rispettando la divisione fra titolari e riserve ma non quella fra conference. Con situazioni interessanti, che potrebbero creare inimicizie profonde e delineare scenari di mercato. Al momento è comunque sicuro che il vecchio All Star Game è morto e che il 18 febbraio 2018 a Los Angeles si vedrà qualcosa di nuovo, anche se non necessariamente più vicino al basket. Al di là del fatto che gli all star game non siano basket ma circo, a tutte le latitudini (almeno la NBA ha i migliori giocatori del mondo), è comunque indiscutibile che per i giocatori esserci o non esserci rimanga una fondamentale questione di status: le partite saranno anche inguardabili, ma chi le vede da casa sta peggio di chi le gioca. L'unica riforma che avrebbe ridato un po' di sangue a questo show sarebbe stata quella di mettere contro americani e non americani, ma per motivi evidenti (12 posti sicuri ai non americani non potevano piacere al sindacato) è stata ancora una volta rimandata.