Il Napoli è uscito dal Bernabeu con ancora qualche possibilità di passare il turno di Champions, nonostante la differenza con il Real Madrid sia sembrata molto netta. Non a noi, ma al suo presidente
Aurelio De Laurentiis che nel dopopartita ha sottolineato la prova di scarsa personalità ("cazzimma") della squadra di Sarri contro un Real appena normale e un
Cristiano Ronaldo non in serata. De Laurentiis ha nel dopopartita detto due cose interessanti, che vanno contro la narrazione giornalistica del
Sarri genio del calcio alla guida di una squadra normale, cioè che le differenze tecniche con il Real Madrid non sono così evidenti come visto ieri e che questo Napoli ha un monte ingaggi che è il doppio del Napoli di
Mazzarri che pure in Champions League ci andò e ci giocò. La prima considerazione è facilmente smontabile, senza bisogno di grandi analisi e guardando soltanto le formazioni di ieri.
Zidane ha schierato dieci nazionali su undici e sarebbe stato undici su undici se Benzema non fosse fuori dalla Francia per le note vicende, Sarri sette su undici. Da una parte i leader del Portogallo campione d'Europa, quello della Croazia, quello della Colombia, due spagnoli, due brasiliani, un tedesco, un francese. Dall'altra, con tutto il rispetto, esponenti di realtà minori più uno come Insigne che nell'Italia non è certo un punto fermo. Insomma, mondi diversi. Ci ha incuriosito invece di più il riferimento al Napoli di Mazzarri, che per due volte su tre campionati completi (c'è anche una mezza stagione, quando fu esonerato Donadoni) si qualificò alla Champions League. Mazzarri se la giocò solo una volta, perché la seconda era già passato all'Inter e in quell'occasione fece davvero bene perché dopo avere superato un girone difficile eliminando il Manchester City (c'era anche il Bayern Monaco) arrivò agli ottavi di finale con il Chelsea: vittoria per 3 a 1 al San Paolo e sconfitta per 4 a 1 ai supplementari a Stamford Bridge, contro lo squadrone di Lampard e Drogba che poi quell'edizione della Champions l'avrebbe vinta. Ricordiamo la formazione di quel Napoli, che Mazzarri schierava con il 3-4-2-1: De Sanctis - Campagnaro, Cannavaro (Paolo), Aronica - Maggio, Gargano, Inler, Zuniga - Hamsik, Lavezzi - Cavani. Non mettiamo in dubbio che quella rosa guadagnasse la metà di quella attuale, visto che l'ha detto chi pagava quelli e paga questi che al ritorno possono ancora giocarsela, ma di certo il Napoli attuale (anche con Milik) come somma dei singoli valori tecnici non vale il doppio di quel Napoli che andò ad un soffio dall'eliminare il Chelsea. Con Higuain, magari...