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La Juventus di Elkann e quella di Conte

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Nel cosiddetto caso Marchisio le colpe di Antonio Conte sono pari esattamente a zero (allenamenti blandi, da fine stagione, diagnosi sbagliate e nemmeno dai medici FIGC ma da consulenti esterni, inoltre il centrocampista già a posto per campionato e Champions), ma per i media tutto ruota intorno a lui e non alle ridicole frasi pronunciate da John Elkann, che in bocca a quasi chiunque altro avrebbero portato a giuste pernacchie e prese in giro. Di certo le parole superficiali dell'erede del potere Agnelli (il pallino del gruppo è in mano a lui e ai suoi consiglieri, non certo ad Andrea Agnelli) sono rapidamente scomparse dal dibattito, data la loro inconsistenza, preferendo puntare sul grande freddo fra la Juventus e Conte, che in occasione della partita con l'Inghilterra allo Juventus Stadium dovrebbe coinvolgere anche i tifosi bianconeri. Le previsioni si fanno prima, quindi diciamo subito che crediamo a un certo disinteresse (è un'amichevole) ma non certo a una contestazione: la Juventus vincente di Conte e di Andrea Agnelli (notato il suo silenzio) è arrivata dopo quella a volte discreta e a volte fallimentare di John Elkann e un anno di transizione agnelliano (con Delneri in panchina, però), non occorre grande memoria storica per valutare meriti e demeriti e poi non è che i tifosi debbano fare carriera mascherando la realtà, come a volte capita ai giornalisti. Poi che la Juventus sia politicamente avversa a Tavecchio non dipende certo dalle convocazioni di Conte, che anzi cammina sulle uova perché nel 2016 (o anche prima...) non vorrebbe essere ostracizzato dal calcio italiano di club, ma da questioni televisive e di gestione dei campionati. Twitter @StefanoOlivari