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45/64. Stati Uniti-Germania 0-1

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Niente biscotto: la Germania batte gli Usa e passa come prima. Gli Stati Uniti se la cavano per la miglior differenza reti rispetto al Portogallo. Tabellino e commento del match di Recife.
IL TABELLINO GRUPPO G Recife, 26 giugno STATI UNITI-GERMANIA 0-1 10’ st Müller. STATI UNITI (4-2-3-1): Howard; Johnson, Gonzalez, Besler, Beasley; Beckerman, Jones; Zusi (39’ st Yedlin), Bradley, Davis (14’ st Bedoya); Dempsey. Ct: Klinsmann. GERMANIA (4-3-3): Neuer; Boateng, Mertesacker, Hummels, Höwedes; Schweinsteiger (31’ st Götze), Lahm, Kroos; Özil (44’ st Schürrle), Müller, Podolski (1’ st Klose). Ct: Löw. ARBITRO: Izmailov (Uzbekistan). NOTE: ammoniti  Höwedes, Gonzalez e Beckerman; recupero: 1’ pt, 4’ st. LA PARTITA A braccetto agli ottavi e senza il temuto biscotto della vigilia (un pareggio sarebbe bastato ad entrambe). Germania e Stati Uniti festeggiano la qualificazione al prossimo turno, i tedeschi come primi, gli statunitensi come secondi. Nessun regalo da parte di Löw al suo amico e connazionale Klinsmann (che d'altronde mai aveva detto di farne o volerne: «Noi giochiamo sempre per vincere, altrimenti il Messico non sarebbe stato qui in Brasile»): un gol di Thomas Müller, il nono in nove partite di Coppa del Mondo, piega gli Usa, costringendoli ai calcoli per la differenza reti. Calcoli tutto sommato agevoli, perché nell’altro campo ha vinto il Portogallo e non il Ghana: e se una vittoria di questi ultimi avrebbe potuto estromettere dalla competizione gli americani, quella dei portoghesi sarebbe dovuta arrivare con altri tre gol di scarto. Non sono mancati comunque momenti in cui quello che accadeva a Brasilia aveva assunto un’importanza quasi superiore rispetto a quanto avveniva lì, all'Arena Pernambuco. Per ventitré minuti, i tifosi degli Usa hanno teso preoccupati un orecchio all'altro campo, precisamente tra il 57’ e l’80’, cioé tra l’1-1 di Gyan e il 2-1 di Ronaldo. Se il Ghana fosse passato avanti, Dempsey e soci avrebbero dovuto forzatamente segnare. Poi è stato il Portogallo a segnare a far tirare un sospiro di sollievo. Nel finale, coi lusitani in vantaggio, Klinsmann (ritenendo improbabile la goleada portoghese) ha preferito saggiamente mantenere lo 0-1 anziché sbilanciarsi alla ricerca del pari, e al fischio finale ha potuto liberare la sua gioia. La prima sconfitta coincide con la qualificazione, dunque viene accettata col sorriso. E in più, il dramma del gol subito all’ultimo secondo contro il Portogallo (che ha rinviato a oggi i discorsi-qualificazione) è stato esorcizzato. Tutti contenti dunque, sotto la pioggia battente di Recife. Löw si gode i suoi sette punti, Klinsmann i suoi quattro: è la prima volta che gli Stati Uniti superano il girone per due volte consecutive. L’«american dream» prosegue e con ogni probabilità sarà il Belgio il prossimo avversario. La Germania deve attendere invece Russia-Algeria per conoscere il nome del nuovo ostacolo. I PIÙ E I MENO + Müller: un cognome, una garanzia. Segna il quarto gol in questo Mondiale e raggiunge Neymar e Messi in testa alla classifica marcatori. Non una novità per lui, che era tra i quattro capocannonieri di Sudafrica 2010. + Lahm: in mediana non ci era piaciuto troppo nelle altre due gare. Questa volta invece è a suo agio e funziona bene, considerando soprattutto che il centrocampo degli statunitensi era stato finora tra i migliori. + Löw e Klinsmann: si giocano la partita, senza speculare sul pareggio che sarebbe bastato ad entrambi. - Dempsey: il bomber statunitense è in giornata no. Si vede poco durante il match, ma potrebbe segnare l’1-1 proprio al 90’. Il suo colpo di testa però finisce fuori. - Özil: gioca col freno a mano tirato e crea pochino. Non è ispirato come suo solito. - Podolski: in caso di gol avrebbe superato proprio Klinsmann nelle statistiche della Mannschaft. Non si crea nemmeno la chance di dare al Ct avversario questo dispiacere, e all’intervallo Löw lo cambia per Klose. Giovanni Del Bianco @g_delbianco