Si conclude a Natal il breve cammino della nazionale italiana verso le fasi finali di un disastroso mondiale. La squadra non riesce nemmeno a superare i gironi, proprio come accadde nel 2010 in Sudafrica. L’ottima prestazione carica di energia contro l’Inghilterra è stata utile solo ad illudere che ci fossero speranze in un cammino sicuramente più lungo di questo. Già dopo la partita contro la Costa Rica era stato evidente il crollo fisico e mentale degli azzurri. Nessuno però si aspettava una disfatta del genere proprio nell’ultimo scontro che avrebbe determinato il passaggio agli ottavi. È purtroppo finita nel peggiore dei modi, con una prestazione ingenua e prevedibile da parte dell’intera squadra italiana. Nonostante l’Uruguay abbia dimostrato di essere, come noi, una squadra mediocre, gli Azzurri sono scesi in campo con l’obbiettivo di mantenere lo 0-0 per la qualificazione, rinunciando ad imporre il proprio gioco e ad osare un po’ di più. Ma la strada più facile non è quasi mai quella giusta da prendere. Entrambe le squadre hanno dato prove deboli di energie faticando ad arrivare nell’area avversaria, rari i tiri in porta e rari i tentativi di alzare il baricentro. C’è voluto un calcio da fermo per sbloccare il match, con il colpo di testa all’81’ dello specialista Godin, bravo a svettare su tutti e a infilare la palla dove Buffon non poteva arrivare. A influire sul risultato non è mancato il direttore di gara, Moreno Rodriguez, che ha estratto frettolosamente un clamoroso cartellino rosso a Marchisio lasciando i ragazzi di Prandelli a lottare con un uomo in meno. Purtroppo però passa la squadra “che ha più fame” e Suarez ha preso alla lettera queste parole dando un morso sulla spalla di Chiellini che l’arbitro misteriosamente non nota e non pareggia i conti delle espulsioni permettendo una partita alla pari. Questi avvenimenti non sono di sicuro degli alibi per giustificare il nostro fallimento. Abbiamo perso due partite su tre segnando due gol (nella prima partita). Le convocazioni, le idee poco chiare sulle formazioni con conseguente perdita di identità di gioco e di credibilità del progetto sono stati evidenti errori commessi dal Ct. Anche i cambi sono stati oggetto di accese discussioni (Parolo per Balotelli era un chiaro segno di una rinuncia all’attacco e Cassano per essere una punta non può essere punto di riferimento della squadra). Ma nonostante questo i limiti tecnici e la poca intesa in attacco sono venuti a galla e non ci avrebbero permesso di avanzare ulteriormente in questo Mondiale. Dopo l’eliminazione un altro terremoto ha scosso il calcio italiano: il Commissario tecnico Cesare Prandelli si prende le responsabilità di non essere stato all’altezza della missione, di aver fatto errori nella formulazione del progetto e si dimette seguito dal presidente Giancarlo Abete. Con l’amaro in bocca torniamo a casa insieme all’Inghilterra, mentre la Celeste e la Costa Rica (la squadra rivelazione del torneo) volano agli ottavi di finale. Il giusto risultato per due squadre che hanno avuto più voglia di lottare.
Giorgia Dini