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Oggi avvenne: 24 giugno

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Ci sono Mondiali che si ricordano più per episodi che per forza tecnica e intuizioni tattiche. Il 24 giugno del 1950 il match tra Brasile e Messico inaugurò la quarta kermesse iridata, con il netto successo della Seleçao: l’episodio del “Maracanazo” metterà (quasi) in secondo piano il ritorno del Campionato del Mondo dopo le violenze e le miserie della guerra. E poi ci sono rassegne che proiettano nel grande calcio campioni destinati a fare la storia di questo sport; dopo il gol al Galles, esattamente cinquantasei anni fa Pelé consegnò al Brasile l’accesso alla finalissima con una tripletta alla Francia, condita poi dalle marcature di Vavà e Didì. In quella partita “O Rei” rubò la copertina al cannoniere della manifestazione Just Fontaine, mentre nell’altra semifinale la Svezia superò in rimonta la Germania Ovest grazie agli “italiani” Skoglund, Gren, Hamrin. Dobbiamo aspettare due decenni per rivedere in campo il 24 giugno, precisamente per la finalina della rassegna argentina: al Monumental i verdeoro si aggiudicarono il podio grazie alla rimonta sugli Azzurri di Bearzot, coloro che avevano espresso il gioco più bello, con la rete decisiva del povero Dirceu (futura conoscenza del nostro calcio). Quarantotto mesi dopo, in Spagna, la matricola Algeria sconfisse il Cile e la Francia impattò con la Cecoslovacchia, mentre a Saragozza la Jugoslavia superò un’altra matricola, l’Honduras. Dopo il mancato scalo in Messico atterriamo in Italia per due ottavi di finale: a Torino l’Albiceleste staccò il pass per i quarti grazie a Caniggia e a quella sostanza messa appositamente nelle borracce dei brasiliani, e a San Siro la Germania eliminò l’Olanda: profumo di derby, anche se uscì l’odore acre di un brutto episodio tra Rijkaard e Voeller. L’aereo mondiale ci porta poi negli Stati Uniti, quando nella fase a gironi il Brasile arginò il Camerun e la Svezia superò in rimonta la Russia, mentre ad Orlando il Messico ebbe la meglio sull’Irlanda. Niente di memorabile. Trasferiamoci in Francia per la sedicesima edizione, quando i padroni di casa superarono la Danimarca e il Sudafrica divise la posta con l’Arabia Saudita, mentre nel gruppo D la Nigeria superò il Paraguay e la Spagna trafisse la Bulgaria: ma inutilmente, perché la Roja pago dazio per il passo falso all’esordio, proprio contro i nigeriani. La macchina del tempo mondiale va poi in Germania per l’inizio degli ottavi di finale: la “Mannschaft” arginò la Svezia grazie alla doppietta di Podolski e l’Argentina superò a fatica il Messico. Quattro anni dopo nel Paese dei “Bafana Bafana” si chiuse la fase a gironi: l’Italia campione in carica tornò malamente a casa per via del ko con la Slovacchia, la quale passò il turno con il Paraguay (all’Albirroja bastò il pari con la Nuova Zelanda per aggiudicarsi il primato del girone), mentre nel gruppo E il Giappone sconfisse la Danimarca e l’Olanda rese ancora più amaro il Mondiale del Camerun. Antonio Capotosto Nella foto, Matthäus e Gullit si salutano prima di Germania Ovest-Olanda, giocata a San Siro il 24 giugno 1990.