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Balotelli-Immobile e la logica del giorno prima

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Come sempre avviene, l'Italia intera è contro il commissario tecnico della Nazionale reo di non valorizzare gli straordinari campioni (forse uno, più probabilmente nessuno, di sicuro non centomila) prodotti dal nostro calcio nell'ultimo decennio. Se non è stata tutta pretattica, come è possibile e anche in un certo senso auspicabile, Prandelli proporrà contro l'Uruguay una formazione ben diversa da quelle viste contro Inghilterra e Costa Rica, quindi il gioco è quello di dire 'prima' che cosa si pensa di queste scelte e non 'dopo', con un risultato figlio di magari di fortuna o sfortuna. La modifica più importante è quella che potrà davvero dare una svolta al nostro Mondiale: cioè la difesa della Juventus con il modulo della Juventus, per dare certezze a giocatori singolarmente normali come Barzagli, Bonucci e Chiellini (ma evidentemente meglio di chi è un panchina o a casa, l'aspetto tragico della vicenda è questo) e rimandando alla guarigione di De Rossi soluzioni più aggressive, magari con De Rossi stesso centrale dei centrali (già vista all'Europeo). L'ecumenico Prandelli sa che identificarsi con una squadra di club genera antipatie, ma non ci sembra di ricordare tanta gente che tifasse contro l'Italia di Bearzot in Argentina (a un certo punto nove juventini in campo) o in Spagna (sei, sarebbero stati sette con Bettega). Molti di più i tifosi contro nel 2006, ma per motivi non certo legati ai giocatori (allenava Lippi e direttore sportivo ombra era Moggi, in piana Calciopoli). Insomma, se la Juventus è per distacco la migliore squadra d'Italia bisogna avere l'intelligenza e l'umiltà di prenderne il meglio senza stare a pensare ai gufi, che tanto ci sarebbero lo stesso. Parlando di difesa, sostituire l'incerto Buffon con Sirigu avrebbe un senso calcistico ma di sicuro spaccherebbe lo spogliatoio, quindi Prandelli se la terrà in canna fino a settembre, se sarà ancora c.t. Il problema del 3-5-2 è fondamentalmente quello dei laterali, dalla loro qualità dipende l'atteggiamento della squadra prima ancora che il risultato. Darmian e il rientrante De Sciglio non sono Cafu e Roberto Carlos, ma una prova di vitalità sarebbe sufficiente. Prandelli adora Thiago Motta, ma preferirlo adesso a Verratti sarebbe autolesionistico. Dall'altro centrocampista centrale, Pirlo, dipenderà molto: è in una situazione già vista per un centrocampista italiano (Antognoni?), idolatrato all'estero (sarebbe l'unico fuoriclasse della squadra, fra l'altro) e dato per scontato da noi quando invece anche nelle giornate no mai scende sotto un livello alto. Nessuno come Pirlo sa gestire i tempi del gioco, nessuno come lui sa mettere davanti alla porta una punta, per non parlare dei calci piazzati e di una leadership poco gridata ma proprio per questo accettata anche dai più riottosi. La copertina è per l'attacco, dove Balotelli sgravato dal pizzuliano problema di girarsi dovrà affermare che questo è il suo Mondiale e Immobile a fari spenti potrebbe prendersi la scena. Giusta la fiducia in Marchisio, poco spremuto (eufemismo) dalla stagione bianconera e unico azzurro capace di inserirsi negli spazi: con o senza urlo, può nel presente fare Tardelli. Per cambiare la partita, dei tre pessimi cambi contro il Costa Rica quello con più margine e voglia pare Insigne. Conclusione, prima del fischio di inizio? L'Italia più logica possibile, che può senz'altro pareggiare con l'Uruguay, affrontare alla pari negli ottavi la probabile Colombia e poi giocarsi la partita della vita nei quarti con il Brasile.