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Il gomito etico di Chiellini

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La squalifica di tre giornate inflitta da Tosel a Chiellini, per la gomitata a Pjanic durante Roma-Juventus, è chiaramente una forzatura dettata da ragioni politiche. L'ennesima stravagante interpretazione della prova televisiva, visto che il fallo del difensore bianconero era stato visto e sanzionato dall'arbitro Russo, che il lunedì per meri motivi di carriera ha dovuto piegare la testa e spiegare, in maniera confusa, al giudice sportivo che aveva visto sì il fallo ma non la gomitata. Insomma, alla fine la ricostruzione del gesto di Chiellini è meno ridicola della scomposizione del fallo di Destro su Astori (semmai è parente di un altro caso sanzionato andando contro le norme: quello di Olivera su Pjanic, ancora lui) in Cagliari-Roma, ma la sostanza non cambia: decisione politica e tecnicamente sbagliata, in questo caso per smorzare sul nascere una rivolta a Roma. Il più italiano di tutti si è rivelato ancora una volta Prandelli, che ha annunciato l'inserimento di Chiellini nei 30 della pre-lista mondiale facendosi una sua moviola, come del resto era avvenuto per Destro (con mancata convocazione dell'attaccante, però). Non è la prima volta che il troppo lodato, visto che l'etica si dovrebbe praticare e non dichiarare, codice etico viaggia a due velocità (Criscito potrebbe dire qualcosa in merito), ma l'imminenza del Mondiale ha compattato i media attorno alla Nazionale e anche questa volta il commissario tecnico P.R. (di sé stesso) ha fatto digerire il suo sermoncino ad editorialisti-buonisti, forse vittime della sindrome dell'Ottantadue (evitiamo critiche di qualsiasi tipo, che magari questi vincono e poi ci sputano in faccia). Il cattivo al massimo è Tosel, giù le mani dai valorosi azzurri, stringiamoci a coorte. Chiellini è una delle poche sicurezze della squadra, quindi la sua gomitata può considerarsi etica.