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Le assicurazioni di Mazzarri

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Walter Mazzarri ha una targa, come tutti gli allenatori. La sua è quella di tecnico che sa tirare fuori il massimo da squadre di medio livello, al massimo medio-alto, guardando solo al presente, puntando su giocatori rodati ed evitando invenzioni che vadano al di là delle caratteristiche della seconda punta nel suo 3-5-2. Giusta o sbagliata che sia, questa è la targa di Mazzarri, che ha fatto troppa gavetta (la prima panchina di Seedorf non è stata l'Acireale) per essere considerato uno 'da progetto', anche se il taglio della giacca è abbastanza buono e non lo fa sfigurare accanto a un Montella. Poi che la sua Inter sia incredibilmente quinta in campionato, nonostante la miriade di occasioni buttate via soprattutto a San Siro, è indice sia della mediocrità della serie A sia del fatto che comunque Mazzarri ha fatto nella sostanza il suo: la squadra è la stessa, più Hernanes (da gennaio), che l'anno scorso chiuse al nono posto in una situazione societaria ben più stabile di quella di oggi, con ogni calata a Milano di Thohir che si traduce in licenziamenti o ridimensionamenti. In parole povere: Frank De Boer, il Mancini bis, Klopp o chiunque altro (asterisco: sempre che ambiscano a guidare una rosa da metà classifica in Italia), farebbero meglio di Mazzarri in una squadra che guardi al futuro ma anche al presente? Perché Thohir ha, a parole, posto l'asticella al terzo posto da Champions, da raggiungere già nel campionato 2014-2015, e non è che l'obbiettivo sia facilmente raggiungibile regalando quasi sistematicamente i primi tempi delle partite. La risposta dipende ovviamente dal mercato, non quello 'fanta' pieno di Vidic che telefonano a Dzeko e di Rooney che si offrono, ma quello realistico dei giocatori che i grandi club europei non vogliono più (tipo Casemiro e Obi Mikel) o che non cercano proprio. Conclusione? Mazzarri non rischia nulla, nemmeno in caso l'Europa League debba passare dal sesto posto (e quindi da un'estate con meno incassi amichevoli): troppo pesante il suo contratto (7 milioni lordi a stagione), troppo utile come parafulmine in un altro anno che nonostante i proclami e i sogni da Champions sarà di transizione. Verso il getto della maschera (se non della spugna) da parte di Thohir. Le assicurazioni contro l'esonero sono quindi per Mazzarri almeno due, senza contare quello che non sappiamo e che dobbiamo ammettere di non sapere. Perché Mazzarri è stato ingaggiato sì da Moratti, ma quando l'operazione Thohir era già avviatissima.