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Siviglia-Betis. Uno storico derby europeo

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Il capoluogo andaluso diventa la sesta città d'Europa ad ospitare un derby nelle Coppe.
Gli ottavi di finale di Europa League pongono di fronte, tra gli altri, il Siviglia e il Real Betis Balompié, ed è la prima volta che il “derbi sevillano” va di scena in campo europeo. Sulla carta, la squadra favorita è quella di Unay Emery, settima in campionato e con diciotto punti in più del Betis, ultimo nella Liga. Siviglia diventa la sesta città d’Europa ad ospitare un derby nelle Coppe: in precedenza era toccato a Madrid, Barcellona, Milano, Londra e Bucarest. GLI UOMINI. Il Siviglia ha diversi giocatori di qualità, come il croato Ivan Rakitic, stella della squadra, e autore di dieci reti in campionato. Il bomber sarebbe Carlos Bacca, attaccante prelevato in estate dai belgi del Club Bruges, ma in campo europeo, il colombiano ha segnato un solo gol e il bomber di coppa è Kevin Gameiro, attaccante francese di origini portoghesi, comprato dal Paris Saint Germain e pagato dieci milioni di euro. Il Betis, passato a gennaio da Juan Carlos Garrido all’argentino Gabriel Calderón, invece non segna tanto: ha superato i gruppi con soli tre gol segnati (peggior attacco delle qualificate) e non ha nemmeno un giocatore andato a segno più di una volta in questa Europa League. Il simbolo è il difensore Nocho, capitano e presente nella rosa biancoverde dal 2009. Novo però dovrà saltare per infortunio la sfida contro i rivali cittadini. Dando un’occhiata agli schieramenti, notiamo come entrambe saranno proposte con il 4-2-3-1. A custodire la porta del Betis c’è Antonio Adán, arrivato a gennaio dopo la non esaltante parentesi al Cagliari; difesa a quattro, formata da Juanfran, Perquis, Jordi e Didac; Ndiaye e Reyes in mediana; Baptistao, Sevilla e Cedric sulla trequarti a supporto di Ruben Castro.  Il Siviglia gioca in modo speculare: Varas tra i pali; Figueiras, Fazio, Navarro e Moreno in difesa; Iborra e Cristofóro davanti alla difesa; Reyes, Rakitic e Vitolo dietro a Gameiro. Sulla carta, una squadra migliore, che avrà il lusso di tenere in panchina, addirittura il tedesco Marin, ex Werder Brema e Chelsea. IL CAMMINO EUROPEO. In questa Europa League, il Siviglia ha avuto vita facile nella fase a gironi (va detto che gli avversari, i cechi dello Slovan Liberec, i tedeschi del Friburgo e i portoghesi dell’Estoril, non erano irresistibili), chiusa senza sconfitte. Poi c’è stato il 4-3 complessivo contro gli sloveni del Maribor. Il Betis invece è arrivato secondo nel suo gruppo, alle spalle del Lione (quella allo Stade de Gerland è stata l’unica sconfitta in Europa di quest’anno) e davanti ai portoghesi del Vitória Guimarães e ai croati del Rijeka. Ai sedicesimi, i biancoverdi hanno eliminato i russi del Rubin Kazan: dopo l’1-1 in casa, erano chiamati al successo in trasferta, e il 2-0 finale è stato una delle sorprese più grandi dell’eliminazione diretta. Una vittoria che ha smentito chi si aspettava un Betis blando e distratto dalla classifica poco felice del campionato. D’altronde con un derby europeo in palio, c’era poco da fare gli schizzinosi. LA STORIA. Le due società sono legate ai quartieri di provenienza: il Siviglia è la squadra del Barrio de Nervión, il Betis dell’Heliópolis. Le storie delle due squadre sono state piuttosto simili fino agli anni Duemila, visto che i due club sono stati fondati quasi nello stesso periodo (nel 1905 il Siviglia, due anni più tardi il Betis) e che nel palmarès hanno entrambe un solo campionato vinto. I biancorossi però s’impongono nel medagliere cittadino, non per via delle cinque Coppe del Re (contro le due dei cugini), ma soprattutto grazie alle recenti vittorie continentali, sotto la gestione di Juande Ramos: la vittoria della Coppa Uefa 2005/06 (4-0 agli inglesi del Middlesbrough in finale), la Supercoppa europea del 2006 (vinta 3-0 contro il Barcellona), e il bis nella Coppa Uefa 2006/07 (finale vinta ai rigori contro i connazionali dell’Espanyol). Per ritrovare due trionfi consecutivi in Coppa Uefa, dobbiamo tornare al Real Madrid degli anni Ottanta. Motivo di divisione di Betis e Siviglia è anche il tifo politicizzato delle due frange: di estrema destra quello dei biancoverdi; di sinistra quello dei biancorossi. A Siviglia, la sfida è molto sentita, e a livello sportivo, non si parla d’altro che della stracittadina andalusa. Comunque vada, sarà una partita da seguire. Giovanni Del Bianco tw: @g_delbianco