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La caccia all’evasore Maradona

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Diego Maradona è un evasore fiscale? Non è un problema solo suo e del fisco italiano (quindi degli italiani, visto che l'evasione va a danno della collettività), ma anche del calcio. Perché la sua vicenda, con i milioni di euro da 'restituire' ormai diventati 40, non è diversa da quella di tanti altri giocatori forti e meno forti che hanno spesso percepito in forma anomala, quando nom direttamente in nero, gran parte dei propri ingaggi. Ne parliamo soltanto perché con Maradona in tribuna al San Paolo si è tornati a discutere di un suo ritorno al Napoli con un vago incarico dirigenziale (ipotesi giornalistica, visto che De Laurentiis ha sempre voluto smarcarsi dall'era Diego) e perché certi schemi per così dire 'amministrativi' non sono cambiati dagli anni Ottanta ad oggi. Non è che Ferlaino, all'epoca presidente del Napoli, avesse portato a casa Maradona valigette di contante, ma semplicemente fece pagare dalla società parte dell'ingaggio di Maradona dal 1986 al 1990 come corrispettivo per lo sfruttamento diritti di immagine. Il pagamento venne effettuato a beneficio di una società di Maradona con sede a Vaduz, in Liechtenstein. Una procedura formalmente legale, nel caso di Maradona anche in maniera sostanziale (non si può negare che lui avesse un'immagine da sfruttare a livello pubblicitario, scissa dalle sue prestazioni calcistiche), ma che fu contestata dal Fisco a Maradona stesso, al Napoli e ad altri calciatori che percepivano soldi su loro società estere (Careca e Alemao in particolare). Per farla breve, dopo l'opposizione degli interessati la commissione tributaria ha nel 1994 annullato i procedimenti contro il Napoli, Careca e Alemao, ma non quello contro Maradona per la semplice ragione che... non si era opposto. Adesso non è che vogliamo ricostruire chi abbia ricevuto quella raccomandata con la notifica dell'accertamento e dare la colpa al portinaio, ma sottolineare un dato concreto: Maradona aveva preso soldi con le stesse modalità di compagni e di tanti altri giocatori della sua e di altre epoca, modalità ritenuta legale. Oltretutto una piccola parte dei soldi che prendeva in Italia come calciatore 'puro': il debito originario sarebbe stato in ogni caso di circa 6 milioni di euro, a cui con interessi e sanzioni se ne sono aggiunti quasi 34. Insomma, non giuriamo sulla buona fede di alcuno e quindi nemmeno di Maradona o Ferlaino, ma questo ritornello del Maradona evasore è, per quello che si sa, infondato. I soliti santi da massacrare per far godere il popolo bue, lasciando stare i santi (anche perché controllano i media). Sarebbe bello lo stesso atteggiamento giornalistico nei confronti di finanzieri che dopo avere spolpato l'Italia adesso se ne vanno all'estero e spostano residenze fiscali e sedi sociali, lasciando fabbriche vuote e operai disperati. Armi di distrazione di massa, questo sono ormai i media.