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Il Mondiale in clinica

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Chi non andrà in Brasile e chi rischia di non andarci.
L’infortunio di Bryan Oviedo Jiménez, uno dei pilastri della Costa Rica nostra prossima avversaria ai Mondiali, ci permette di fare il punto sui protagonisti che il prossimo Mondiale sta già perdendo. Il povero Oviedo non era certo una delle stelle più attese della manifestazione brasiliana, ma sarebbe stato uno degli uomini-chiave della nazionale centroamericana, essendo l’unico giocatore che milita nella Premier League inglese (è un centrocampista dell'Everton). Falcão. La Colombia è una delle nazionali più attese del Mondiale, potendo contare sull’apporto di tanti giocatori di fama internazionale che le hanno permesso di entrare nel lotto delle teste di serie. L’infortunio dell’attaccante del Monaco ha fatto perdere un po’ di certezze alla nazionale di Pékerman, che in Brasile sarà priva del suo calciatore migliore e su cui avrebbe poggiato l'intero reparto d'attacco. «Dio rende possibile l’impossibile e io credo in lui», ha scritto in un tweet l’ex attaccante di Porto e Atlético Madrid, speranzoso in un ritorno in campo a tempo di record, dopo la rottura del crociato. Walcott. Altro giocatore che dovrà guardare il Mondiale in tv è l’attaccante dell’Arsenal, infortunatosi in una partita di FA Cup contro il Tottenham i primi di gennaio. Sembrava una cosa poco grave, anche perché uscendo in barella, Walcott non sembrava così dolorante. Anzi, aveva persino trovato il tempo di fare con le mani il gesto del “2-0” (foto sopra) ai tifosi degli Spurs. Il giorno dopo è arrivata la tegola: legamento crociato danneggiato, tempo di recupero sei mesi. Hodgson non potrà contare sul veloce giocatore dei Gunners. Khedira. Infortunatosi gravemente (rottura del legamento del ginocchio) lo scorso novembre in uno scontro di gioco con Pirlo nell’amichevole tra Italia e Germania, Sami Khedira spera ancora di tornare in tempo per il Mondiale brasiliano. Il Ct Löw è conscio che se lo avrà, sarà proprio sul filo di lana. Se tutto va bene, dovrebbe tornare a disposizione del Real Madrid, a maggio, giusto in tempo per le ultime gare della stagione. Nasri. Un’entrata durissima di Yanga-Mbiwa (Newcastle) ha rischiato di far perdere il Mondiale a Samir Nasri, centrocampista di Manchester City e Francia. Il rischio era uno stop di sei mesi, ma pare che ne saranno sufficienti due per tornare in campo. Un sospiro di sollievo per Deschamps. Kruse. L’attaccante australiano del Bayer Leverkusen Robbie Kruse, classe 1988 e titolare della nazionale dei "Socceroos", si è fatto male in allenamento in questo gennaio. Anche lui infortunatosi al crociato, probabilmente non riuscirà a rientrare in tempo per la sua prima Coppa del Mondo. Bruma. La giovane ala (19 anni) del Galatasaray non potrà partecipare al Mondiale: anche il portoghese si è fatto male al ginocchio e anche lui in una partita di coppa, proprio come Falcão e Walcott. In nazionale maggiore non ha ancora esordito, ma Armindo Tué Na Bangna, questo il nome completo, è considerato una delle promesse più cristalline del pallone lusitano e probabilmente un posto in Brasile lo avrebbe strappato. Suazo. Il trentaquattrenne Humberto Suazo, punta del Cile e dei messicani del Monterrey, sta lottando con dei problemi ad una spalla, che lo tormentano da anni e che per poco non gli fecero perdere anche l’edizione del 2010 in Sudafrica. Il Ct Sampaoli non sa ancora se riuscirà ad arruolare per il Mondiale questo giocatore all’ultima grande chiamata. Rossi. Altro giocatore fortemente in dubbio, ahinoi, è Giuseppe Rossi. L’attaccante della Fiorentina, che in Brasile avrebbe dovuto comporre con Balotelli la coppia d’attacco della nazionale italiana, si è fatto di nuovo male al ginocchio destro nella sfida di campionato con il Livorno. Prandelli conta di recuperarlo: se tutto va bene, dovremmo rivederlo in campo ad aprile. La stessa speranza che coltivano tutti i tifosi della nazionale. Giovanni Del Bianco