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Un anno da Cristiano Ronaldo

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Cristiano Ronaldo ha tutto per essere invidiato, anche senza scendere in dettagli privati. Non gli manca nemmeno il Pallone d'Oro, che ha già vinto nel 2008 (insieme al Fifa World Player, mentre adesso i premi sono unificati) con la maglia del Manchester United e che forse gli verrà negato per il 2013, volendo magari la Fifa omaggiare il Bayern Monaco con Ribery o gli addetti ai lavori-livori votare per inerzia dando ancora il trofeo a Messi. Il miglior augurio per il 2014, a tutti i lettori del Guerin Sportivo, è quindi quello di avere un anno da Cristiano Ronaldo. Pieno di prospettive e di speranze, ancora prima che di successi, ognuno ovviamente nel suo campo: perché per la maggior parte di noi il successo coincide con l'arrivare faticosamente alla fine del mese grazie a un lavoro che almeno non dispiaccia… Ma tornando a CR7, il 2014 ancora più del 2013 (non crediamo comunque alla teoria di Blatter che gli vuole negare il Pallone d'Oro, il colonnello tutto è tranne che uno stupido e sa bene quale 'prodotto' sia più vendibile), deciderà il posto dell'attaccante del Real Madrid nella storia del calcio. Con il club è messo bene e la Champions finora sempre sfuggita (tre semifinali consecutive negli ultimi tre anni) ha discrete possibilità di arrivare, Bayern permettendo, facendo tornare il sorriso a Florentino Perez 12 anni dopo i tempi di Figo e Zidane. Per Cristiano Ronaldo sarebbe, nel caso, la seconda, dopo quella vinta (anche) grazie alla storica scivolata di John Terry sul dischetto del rigore. Ma è con la nazionale e con il Mondiale che si rimane nella memoria collettiva del mondo: in Congo o in Bangladesh sanno apprezzare Chelsea-Barcellona, ma nel mito collocano Schillaci, Milla, Ronaldo, eccetera: campioni grandi e meno grandi che hanno lasciato il segno sulla manifestazione sportiva più importante del pianeta. Anche perché, come le Olimpiadi, ha resistito alla tentazione di inflazionarsi introducendo una cadenza biennale. E' evidente che chi non ha il passaporto di una grande nazione, grande sia in senso sportivo che politico-sportivo, il Mondiale non lo vincerà mai. Ed è difficile pensare che il Portogallo possa rompere questa tradizione, anche se l'esaltazione per il doppio spareggio con la Svezia di Ibrahimovic è ancora ben viva in tutto il paese. CR7 ha nella memoria e nel cuore il secondo posto a Euro 2004 (buono in assoluto ma in realtà amarissimo, perché in finale c'era la Grecia) e il terzo a Euro 2012, ma anche al Mondiale è andato già vicino al massimo: sconfitta in semifinale con la Francia nel 2006 (rigore di Zidane), sconfitta negli ottavi con la Spagna poi campione (gol di Villa). Non è che in Brasile necessariamente farà meglio: il gruppo G è fra i più difficili (Germania nettamente più forte, Ghana e Usa senza il fuoriclasse ma con un livello medio paragonabile a quello del Portogallo), passando il turno si avrebbe un ottavo abbordabile ma poi un quarto contro Francia o Argentina (del resto non è un torneo aziendale, ma un Mondiale) e per quanto visto finora il Portogallo non ha grandi margini. Cristiano Ronaldo a 29 anni e dopo tante occasioni, sfruttate solo in parte, potrebbe però cambiare il destino, il suo personale e quello di chi gli sta intorno. Anche con cattive carte in mano si può sognare. Glielo auguriamo, ve lo auguriamo, ce lo auguriamo. Buon 2014 dal Guerino.