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Platini, debiti sì ma con fair play

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La Uefa avrà il coraggio di squalificare il Real Madrid? Al di là del fatto che dovrebbe essere l'Unione Europea a squalificare la Spagna, le cui banche assistite e in stato pre-fallimentare tengono in vita una Liga gonfiatissima che solo la nostra esterofilia poteva considerare un modello fino a pochi mesi fa... La domanda non è peregrina, perché il prossimo 20 settembre a Dubrovnik il Comitato Esecutivo della Uefa illustrerà nel dettaglio la situazione del mitico fair play finanziario. Qualcosa è già stato anticipato a Montecarlo dal segretario generale Gianni Infantino. Il punto di partenza è che il calcio europeo continua ad essere gestito in perdita strutturale, nonostante abbia le potenzialità e il pubblico (al contrario di quasi tutti gli altri sport) per autofinanziarsi: nell'ultima stagione le perdite sono si sono ridotte di 600 milioni di euro rispetto alle perdite dell'anno precedente, in percentuale del 36% sulla somma dei risultati di bilancio dei club europei. C'è da esultare? Più interessante notare che per la prima volta dal 2006 l'aumento dei ricavi (6,9%) ha superato gli aumenti di stipendio (6,5%). Ma solo dopo aver letto il rapporto potremo entrare nel dettaglio. Intanto alcune modeste considerazioni. 1) Le perdite si sono ridotte perché i club spendono meno, ma scindere l'effetto fair play da quello crisi economica è impossibile. Tolto qualche russo e qualche arabo, è crollato il numero di imprenditori disposti a mettere soldi nel calcio a fondo perso. Platini e Infantino forse confondono il declino con la virtù. 2) La prima tornata di sanzioni, quella riguardante le competizioni del 2013-14, è stata modesta nel numero e nella qualità delle squadre coinvolte. Modestissima negli effetti concreti: del Malaga e del Rapid Bucarest fuori dall'Europa League importa a malapena a Malaga e a Bucarest. In cambio della rinuncia a progetti di superleghe e cose simili, i grandi club hanno ottenuto dalla Uefa una sorta di impunità sostanziale. La plusvalenza farlocca con un altro club indebitato e la sponsorizzazione 'amica' sono temi da non toccare e non certo perché siano troppo 'tecnici'. 3)  Il fair play finanziario si sta rivelando per quello che era all'inizio, cioé un sistema di sanzioni per club inadempienti e incapaci di onorare i propri debiti (magari anche solo con altri debiti). Non è riuscito ad intaccare il cuore del problema, cioè quello del miliardario che arriva e spende senza limiti drogando il mercato, ma nemmeno forse era quella l'intenzione. Anche perché il miliardario è l'unica figura che dalla sera alla mattina può prendere il Manchester City e farne in tempi brevi una delle prime squadre d'Europa dopo decenni di depressione. 4) Il Real Madrid ha quasi 590 milioni di euro di debiti ed ha appena comprato Gareth Bale per 102, ingaggio a parte. Perché può giocare nella stessa Champions League del Bayern Monaco? Solo perché ancora nessuno gli ha chiesto i soldi indietro, facendolo fallire? Twitter @StefanoOlivari