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La conservazione di Scolari

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Felipe Scolari sarà quindi il nuovo commissario tecnico del Brasile, affiancato come coordinatore da Carlos Alberto Parreira: due ex campioni del mondo (Parreira nel 1994 ai rigori in finale sull'Italia di Sacchi e Scolari nel 2002) per portare a casa, giocando in casa, il sesto titolo: sarebbe la terza Coppa Fifa, dopo tre Rimet. Una scelta più europea che brasiliana, come filosofia, rinunciando alle suggestioni mediatiche e popolari di Zico e Leonardo. Una scelta conservatrice e prudente, quella della CBF, che però ha il pregio di riguardare un uomo che con le nazionali ha sempre fatto bene (anche con il Kuwait, altro punto in comune con Parreira). Nei sei anni alla guida del Portogallo è arrivato in finale all'Europeo casalingo 2004, perdendola con la Grecia, alla semifinale del Mondiale 2006 (sconfitta 1-0 con la Francia), e ai quarti dell'Europeo 2008 (stoppato dalla Germania, dopo aver fatto vedere un buonissimo calcio). Poi le dimenticabili esperienze con Chelsea e Bunyodkor, prima di tornare al Palmeiras, che peraltro due mesi fa lo ha esonerato. Insomma, il 64enne Scolari non è il catenacciaro del luogo comune ma è tutto tranne che un allenatore emergente. Ha di sicuro la personalità per governare un ambiente impossibile come quello che ruota intorno alla Selecao, basti pensare alla campagna di stampa che nel 2002 gli voleva imporre Romario al posto di Ronaldo, ma due anni per arrivare al Mondiale sono lunghi e potrebbero esserci sorprese.