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Il Cellino esploso in mano

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Ma come farà la casalinga di Southampton a capire? Come farà a comprendere che esiste in Italia - nella culla della civiltà classica di cui lei ha letto sui libri di scuola - un moderno Massimo Cellino che fomenta le folle contro il volere della pubblica autorità? Quello che è andato in scena nell'ultimo week-end sarà difficile da cancellare. Anzi, dovrà rimanere lì a imperitura memoria dell'irresponsabilità, dell'incoscienza, della follia di molti nostri presidenti. I fatti sono noti: da anni in lotta contro l'amministrazione locale, il presidente del Cagliari ha innescato una battaglia cruenta, insultando puntualmente sindaco e amministrazione comunale che non davano soddisfazione ai suoi desideri. Dopo aver partorito l'orrore di un Sant'Elia mutilato e violentato con i tubi innocenti alzati sulla pista d'atletica, ha deciso di erigere il suo campo di casa a Quartu Sant'Elena, dopo la vacanza a  Trieste. Il famigerato Is Arenas. Ma le uniche sabbie sono quelle in cui si è bloccato lui. Fino alla pericolosa sceneggiata di sabato, quando con un comunicato ha invitato i tifosi a prendere la strada interdetta da Prefettura e Questura. La triste operetta, concertata da Miami, finirà nel penale, visto che le autorità di polizia trasmetteranno gli atti a qualche magistrato. Vedremo se i giudici avranno voglia di andare avanti. A noi basta l'idea, il retropensiero di questa squallida vicenda: che il calcio è un posto in cui tutto si possa fare, contro chiunque si frapponga agli interessi del capo. Lo avevamo già visto ai tempi dello Spalmadebiti, delle fideiussioni tarocche, delle plusvalenze di comodo, fino al desiderio di Claudio Lotito di cambiare la legge sugli stadi per costruire il suo - quello delle Aquile - sulla piana del Tevere, dove neppure gli ospedali e le scuole possono sorgere (a proposito, complimenti al presidente laziale per la polemica aperta ieri sul risultato della partita). Ce li siamo voluti questi presidenti, perché a molti tifosi non ha interessa l'origine dei soldi o il mezzo usato per vincere. Tutto era ed è lecito: arbitri, doping, finanza creativa, furbizie assortite. E alla fine ci siamo ritrovati con il peggio della schiatta alla guida del nostro pallone. Come farà la casalinga di Southampton a credere che c'era una squadra di Serie A che già prima del via del campionato non aveva il suo stadio? Twitter @matteomarani