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La stanchezza di Prandelli

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La partita con Malta giocata a Modena è stata la peggiore dell'Italia gestione Prandelli, senza se e senza ma, in rapporto al valore dell'avversario. Per lo spirito con cui è stata interpretata, prima ancora che per il gioco o un risultato che è stato un po' come timbrare il cartellino in un girone in cui si ha tutto da perdere contro squadre medie ma non certo da buttare come Bulgaria, Repubblica Ceca e Danimarca. Due anni e rotti di questo commissario tecnico e della sua buona stampa (cosa avremmo scritto di Lippi o di Trapattoni se un loro figlio avesse fatto parte dello staff azzurro?) per ripetere il solito discorso: l'Italia è una squadra in cui storicamente i migliori mettono la gamba solo nei grandi appuntamenti, tanto è vero che gli infortuni con la Nazionale vengono enfatizzati in maniera grottesca mentre quelli con i club sono sempre ascrivibili alle 'troppe partite' e mai all'incapacità di dirigenti e allenatori (per non parlare della vita privata dei calciatori, raccontabile solo se non fanno più parte del carrozzone della serie A). E il fatto che questa Nazionale sia targata Juventus, per il numero di convocati, non aiuta. Tirando il collo ai suoi, Prandelli farebbe indirettamente il male del club bianconero, mentre non facendolo si espone alle critiche degli altri: come ogni c.t. che si rispetti sbaglia a prescindere, insomma. La verità è che lo spirito che all'Europeo si è visto con Inghilterra, Germania e nella prima partita con la Spagna non si può replicare in un contesto triste, ma tolti Buffon, Pirlo (peraltro il peggior Pirlo da un anno a questa parte) e pochi altri questa Italia sarebbe piena di gente con qualcosa da dimostrare ad alto livello e non parliamo solo dei mitici 'gggiovani'. Tolto il gol iniziale, Destro non ha azzeccato nulla, Insigne ha voluto solo dimostrare di essere Insigne ma comunque è stato meglio del Diamanti che ha sostituito, Osvaldo si è preso un turno di riposo dopo la prestazione di Sofia, nei pochi minuti giocati Pazzini ha litigato con il pallone, sulle fasce Cassani e Peluso non sono stati neppure al livello del compitino. Poi ci sono le considerazioni tattiche, da lavori eternamente in corso: accantonata fino a nuovo ordine la difesa a tre (o cinque), Prandelli sembra sempre indeciso fra un 4-3-3 che inevitabilmente costringe i centrocampisti ad un superlavoro se i laterali sono così così e un 4-3-1-2 che però è schiavo dell'ispirazione del presunto genietto. Salutato senza rimpianti Cassano, di categoria Diamanti, l'Italia abbonda di attaccanti ma anche in prospettiva ha pochissimi numeri dieci. Su tutto però c'è il fatto che due anni così fino al Mondiale 2014 Prandelli non li può tirare: o chiama solo gente con la bava alla bocca oppure senza volerlo giustifica la stanchezza mentale dei giocatori. Nel 2010 c'era da ricostruire, adesso da gestire una situazione qualificandosi senza patemi. E' più difficile, ma al netto del disfattismo italico gli elementi di talento non mancano. Dietro la Spagna vale tutto, se Prandelli non si è stancato della Nazionale ci sono ancora margini per fare bene. Twitter @StefanoOlivari