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Buffon dice no alla gogna mediatica

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Purtroppo come era stato annunciato da tempo dalle tre Procure impegnate su questo ultimo caso di malaffare del pallone (Cremona, Napoli e Bari), il fenomeno è tutt’altro che circoscritto a pochi più o meno noti. Ogni giorno il numero dei giocatori e delle società coinvolte, più o meno direttamente, aumenta a macchia d’olio. Ed è più che un timore prevedere un coinvolgimento di tesserati che non ha eguali predecenti e uno sconvolgimento tellurico delle classifiche dei campionati appena conclusi. Se l’ultimo grande scandalo che ha coinvolto i calciatori, quello relativo alla stagione 1979-80, viene ricordato per le immagini delle “pantere” della Polizia di Stato dentro lo stadio Olimpico in attesa di prelevare i giocatori, l’attuale, siamo sicuri, avrà come simbolo sempre la Polizia di Stato che varca i cancelli del ritiro del Centro Tecnico di Coverciano della nazionale italiana di Cesare Prandelli in preparazione agli imminenti Europei di Polonia e Ucraina. E lo fa per notificare all’azzurro Mimmo Criscito l’iscrizione nel registro degli indagati per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa. Stessa iscrizione, notificata invece oggi, anche per un altro azzurro, Leonardo Bonucci. E proprio quelle immagini che rimarranno scolpite tristemente nelle nostre menti, hanno fatto saltare i nervi al portierone azzurro e della Juventus neo-campione d’Italia della Juventus, Gigi Buffon. Un Buffon che, pur invocando fermezza da parte dei giudici nelle punizioni per chi ha truffato, non accetta questa eccessiva spettacolarizzazione, tanto da dire: “C’era la tivù già pronta davanti ai cancelli di Coverciano per gli arresti e questo non è normale. Un blitz annunciato. Sono deluso”. E poi, aggiunge: “Un conto è parlare di combine e un altro sono i comportamenti criminali e truffatori che operano alle spalle. È importante infatti fare distinzioni fra colpe molto gravi e relative. Ora interessa solo accrescere la polemica e trovare qualcuno da mettere alla gogna”. Ma quello che sfugge a Buffon, anche se certi eccessi non sono mai giustificabili, è un concetto semplice ma efficace: “quando si è famosi e si guadagna molto bene, il diritto alla privacy ne risente. È la legge del contrappasso. Una faccia di una medaglia che molti vorrebbero avere”. Pier Paolo Cioni [poll id="47"]