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Galliani lotta per Thiago Silva. E per sè

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Lo insegnava proprio Berlusconi: farsi convessi o concavi a seconda del momento. La lezione è stata appresa alla perfezione da Adriano Galliani, che non a caso gli ha vissuto accanto gli ultimi quarant’anni della sua vita. E così, finita la fase espansiva, quella del grande Milan e degli immortali, Adriano da tempo è costretto a giocare la sua ultima stagione in costante difesa.
Il Milan non è più nel cuore della proprietà rossonera. Non si intende qui Silvio Berlusconi, quantunque affaccendato in questioni meno allegre da un po’ di tempo (processi alle cene eleganti, crollo politico), quanto dal resto della famiglia. È più che nota la freddezza nei confronti del calcio di Marina e di Piersilvio, specie della prima. È stanca di ricapitalizzare ogni stagione le perdite del pallone attraverso le casse Fininvest, quasi 70 milioni anche nell’ultimo esercizio. Dietro di lei, nel pieno servilismo aziendale, cresce la coda di chi le dà ragione, magari tra quegli stessi manager che la domenica si beano nella tribuna d’onore di San Siro.
Nemmeno il fronte Barbara Berlusconi è però alleato di Galliani. La primogenita di secondo letto, definiamola così per separarla dai primi due, ha espresso anche pubblicamente il desiderio di avere una società più moderna, tesa alle entrate del marketing e allo stadio di proprietà. Si sussurra pure che abbia sondato alcuni dirigenti in questa fase, con il ruolo di ottimo consigliere (ed eccellente tecnico, va detto), di Antonio Marchesi, ex di Deloitte.
Non è possibile che Galliani possa essere in alcuna maniera disarcionato dalla giovane Barbara, neppure dopo le dichiarazioni di questa a favore del modello Roma. Però è soltanto una seccatura in più in un momento di oggettiva difficoltà del Dottore (è geometra, ma in Italia il titolo non si rifiuta a nessuno, figurarsi a Galliani). Il Milan ha perso in malomodo l’ultimo campionato, è uscito mestamente dalla Champions, lo stesso Galliani si è dovuto battere per puntellare la sedia di Allegri. Totale: resistere, resistere, resistere.
Ancora di più adesso che una vecchia guardia se ne va e l’assedio a Thiago Silva si fa serrato. Come ha ammesso ieri il vicepresidente, tutti si fanno sotto, a colpi di 30 milioni di euro. Galliani lo vuole trattenere ed è l’unica speranza dei tifosi, l’estremo argine contro una proprietà che porterebbe il brasiliano direttamente nelle braccia del City. Galliani lo fa perché conoscendo il calcio meglio di tutti in via Turati sa benissimo che senza Thiago Silva non si vince e non si compete in Europa, ma anche perché vuole battersi conto il ridimensionamento definitivo della squadra.
Dalla sua ha solo i tifosi. Anche quelli più duri della curva. E con loro dovrà resistere all’assalto finale. Fuori della porta premono in molti. Dall’estero e da Cologno.