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La Cina che troverà Lippi

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Marcello Lippi come Buffalo Bill, a raccattare gli ultimi soldi in circhi di provincia? La sua firma per il Guangzhou Evergrande, il club più ricco del calcio cinese, indurrebbe a rispondere di sì. Due anni e mezzo di contratto, per cifre non lontane dai 10 milioni di euro a stagione, per spezzare le reni alle rivali della squadra di Canton, già campione cinese in carica, che ha come stella l'argentino Dario Conca. Pagato come Messi, ma pur sempre Conca. La differenza con Lippi è che Lippi è stato grande nel calcio vero e che nel calcio vero avrebbe avuto ancora un mercato: perché vinci lo scudetto o la Champions League quest'anno, ma campione del mondo lo rimani per sempre. Detto questo, la verità è che non siamo ancora culturalmente preparati allo scippo di giocatori ed allenatori da parte di paesi calcisticamente arretrati ma che, semplicemente, hanno più soldi dell'Italia e molti di più ne avranno nei prossimi decenni. Il Guangzhou Evergrande appartiene all'omonimo gruppo finanziario cinese, attivo nel campo delle costruzioni, che ha acquistato il club a febbraio del 2010 dopo che era stato retrocesso in serie B per illecito sportivo. Senza andare troppo lontani, quasi la stessa situazione della Juventus nel 2007 dopo l'anno in B per Calciopoli, solo che all'epoca gli Agnelli furono forse meno convincenti (ricordiamo che Lippi era da un anno a Viareggio) di quanto non lo sia stato il 31enne Liu Yongzhuo. Che si ispira ad Abramovich e a Berlusconi (forse il Berlusconi di una volta), sognando di convincere a venire in Cina il 34enne Drogba. Lippi ha detto di essere entusiasta della nuova avventura e che non gli piace parlare di soldi (meglio prenderli e basta), ammettendo che l'obbiettivo è la Champions asiatica. Detto questo, sarebbe sbagliato liquidare la vicenda come folklore ben pagato. L'azienda di Liu Yongzhuo ha 30mila dipendenti, è quotata alla Borsa di Hong Kong ed è stata valutata quasi 3 miliardi di euro. Dopo gli sceicchi, tradizionali accaparratori di grandi ex, e i russi che hanno però il vantaggio di essere agganciati al grande calcio europeo, è quindi il momento dei cinesi. Liu Yongzhuo non è solo: a Shangai c'è infatti Zhu Jun che rilevato lo Shenhua dall'azienda che aveva dato il nome al club, ha ingaggiato Anelka ed è anche lui in corsa per Drogba. Ma questo è il momento di Lippi, che in Italia in ogni caso avrebbe messo in discussione il suo grande passato mentre in Asia potrà fare il guru senza troppi rischi. Oltre che su Conca l'ex c.t. azzurro potrà contare su Cleo, serbo di origini brasiliane, sul brasiliano Muriquì e sul paraguayano Lucas Barrios che ha guardato al benessere dei suoi bisnipoti lasciando il Borussia Dortmund fresco campione di Germania. E quindi? Per qualche anno ancora i soldi non bilanceranno il maggiore prestigio derivante dal giocare in un grande club europeo, ma se il Mondiale per club dovesse avere un'evoluzione verso una sorta di Champions planetaria allora sarebbero dolori non solo per gli italiani alla canna del gas, ma anche per Real Madrid e Barcellona. Il mondo sta cambiando e non siamo ancora preparati a cogliere le opportunità nate da questi cambiamenti. Un c.t. campione del mondo può sopravvivere, un centravanti bolso anche, ma il resto della popolazione? Stefano Olivari, 17 maggio 2012