Ci siamo. Abbiamo 100 anni. È un risultato straordinario e incredibile, persino inspiegabile. Resta infatti un gaudioso mistero come mai un giornale fondato da sei ragazzi, senza grandi potentati alle spalle per tutto il secolo di vita, sia riuscito là dove neppure i maggiori gruppi editoriali del Paese sono arrivati. Credo che la risposta la conosciate, perché siete voi lettori il segreto di questo miracolo.
Vi conosco uno a uno, anche se non vi ho mai visto. Ma so cosa pensate, cosa provate, con quale spirito comprate e leggete il Guerino. Per questo, durante qualche oscura riunione di due anni fa a Roma, mi si drizzava la pelle a pensarvi là fuori. Ora ci siamo.
Ma è giusto guardare avanti, sempre avanti. Il Guerin Sportivo è per sua natura innovativo e teso al progresso. Per cui, in mezzo alle mille celebrazioni scattate già ieri (pagine intere su Repubblica, grazie a Luigi Bolognini, su La Stampa e sul Corriere della Sera di Bologna con Ferdinando Pellerano), vorrei fare l’unica cosa non fatta sin qui. Parlare del Guerino del nuovo secolo.
Vorrei che ognuno di voi mi desse un’idea. Una cosa che non può mancare nel giornale futuro, quello che dovrà continuare la leggenda. Un suggerimento, una proposta, una semplice richiesta.