Home

Calcio

Calcio Internazionale

Formula 1

Basket

Altri Sport

Personaggi

Guerin Sportivo

LIVE

Un Teppista che si fa leggere

LEGGI TUTTO
Nino Ciccarelli, storico capo dei Viking interisti, non è un nome qualsiasi nell’universo delle curve. È un cattivo, un duro, un capo, uno che si è fatto dodici anni di galera, tra risse nei parcheggi e successive rapine a mano armata. La decisione di raccontare la sua vita, le sue imprese di ras, a un giornalista della Gazzetta dello Sport, Giorgio Specchia, fondatore dello stesso gruppo della Nord e amico da sempre, ha permesso di svelare uno spaccato interessante. Ecco: dico interessante. Così ho trovato “Il teppista” (Indiscreto editore), che mi sono letto di un fiato nel pomeriggio di Santo Stefano. So che a Milano, tra i ragazzi della metropoli, il libro sta avendo un grande successo. E non potrebbe essere altrimenti, perché è un testo generazionale, che racconta - partendo dal calcio - i ragazzi nati negli Anni 60. La droga, la politica, le catture ai primini al liceo, la Milano dei paninari e dei punk. Per età, ho vissuto anch’io quella stagione, più nella seconda parte degli Anni 80 che non nella prima. E ricordo, in un’altra curva, con altri colori e con diverso orientamento, personaggi assurdi, stravaganti, violenti. C’era di tutto. L’Occhiolino di cui scrive Ciccarelli, pardon Specchia, drop-out che vive alla Stazione di Milano, è appartenuto a tantissime curve. E così i Lamieroni, che altrove si chiamavano carro-bestiame. I treni, le notti in viaggio per andare a vedere la propria squadra perdere, Ascoli dove si finiva sempre sotto la sassaiola dei tifosi di casa e che nell’89 vide la tragedia di Nazzareno Filippini. È stato un tempo, un'esperienza comune per molti. Nelle curve c’era di tutto. Forse più di oggi, anche se non ci metto piede da troppi tempo per fare dichiarazioni. Disperati e universitari, tossici e futuri architetti. Un collage sociale che i giornali non hanno mai capito, nemmeno le generazioni più giovani. E su questo la penso esattamente come Specchia, pardon Ciccarelli. Luoghi comuni, ghettizzazione, semplificazioni che finiscono sempre per fare il gioco dei violenti, di chi vuole estremizzare lo scontro con il resto del mondo. Nino Ciccarelli confessa anche di giocatori interisti trovati nei privèe strafatti e strabevuti, con mignotte al loro fianco. Brasiliani che festeggiano fino all'alba, prima di una partita di campionato, con tanto di trans. Se lo avesse scritto un qualunque altro personaggio, per esempio un giornalista, si sarebbe beccato la reazione stizzita della società. Magari una querela. Invece tutti tacciono. Non possono certo accusare Ciccarelli di avercela con l'Inter.