A volte anche il primo della classe non ne azzecca una. Primo della classe il Villarreal in realtà non lo è mai stato quanto a trofei, ma certo negli ultimi anni è stato sempre indicato come il modello ideale di gestione societaria. Se non puoi comprare tutti come il Real Madrid o non godi di qualche congiunzione astrale che ti riserva un Messi, allora devi procedere per gradi: prima con i giocatori sudamericani, che costano meno, poi vendi bene e reinvesti in elementi di qualità superiore e nel settore giovanile, l’unico assieme a quello del Barça a vantare la squadra B in Segunda.
Un circolo virtuoso, spezzatosi però in questa stagione, con il rischio di compromettere le ambizioni anche a medio-lungo termine. Zero punti in un imbarazzante girone di Champions, solo due sopra la retrocessione in Liga: un Villarreal fuori da tutte le coppe dovrà ulteriormente ridimensionare il bilancio. Già costretto a sacrificare Cazorla in estate, quasi certamente venderà uno fra Rossi e Nilmar, se non tutti e due. Il Villarreal non ha né il “marchio” di un Atlético Madrid né i petrodollari del Málaga, i due club che nelle prossime stagioni rischiano di esiliarlo dai primi quattro posti: il suo è un ciclo che può perpetuarsi soltanto sul campo, con pazienza e senza exploit improvvisi, e ciò purtroppo ti penalizza nel calcio finanziariamente e mediaticamente drogato di oggi.
Il fallimento del Villarreal 2011-2012 affonda le radici nel mercato: perso Cazorla, il suo sostituto De Guzman sta accusando sia limiti di personalità che difficoltà tattiche, stentando ad adattarsi alla posizione di falso esterno; ancora più grave e colpevole però l’indebolimento della mediana. Qui la società ha avuto tutto il tempo per pianificare, e non ha scuse: fra il declino di Senna e la cessione di Matilla, Bruno si è ritrovato praticamente unico mediano di livello, spesso (male) accompagnato dallo stopper Marchena. Disastrosi i terzini, gli unici giocatori di fascia “fissi” nel modulo storico del Submarino, importanti per sostenere in ampiezza la manovra: bocciati i canterani Mario e Català, mediocre il neo-acquisto Zapata quando gioca sulla destra, per tacere di quando fa il centrale...
Agli errori si sono aggiunti gli infortuni: un mesetto per Cani (il più in forma dei trequartisti) e Nilmar, e soprattutto stagione finita per Giuseppe Rossi. Quindi integrazioni dal Villarreal B (non male Hernán Pérez) e gioco anche un po’ snaturato (vedi il catenaccione di Manchester): la fortuna non aiuta gli impreparati.
(a cura di
Valentino Tola)