Per 2.500 biglietti di Bayern Monaco-Napoli c'è stata la guerra (in)civile, con un quartiere bloccato e la coda dei tifosi ordinati e rispettosi del prossimo distrutta da teppisti che non si possono definire minoranza: erano più di mille... A Monaco o a Napoli? Magari lanciamo un sondaggio... Secondo la testimonianza di due amici napoletani in coda dall'alba davanti al San Paolo (e rimasti senza biglietto per Monaco), quello che è successo è ben diverso dal contagioso 'entusiasmo da Champions' di cui parlano alcuni giornali (per fortuna non tutti). Prima di tutto c'è stata la colossale disorganizzazione nella coda, colpa non di chi era in coda ma della società presieduta da De Laurentiis. Che oltretutto ha scelto di mettere in vendita sul web solo una minima parte dei tagliandi a disposizione, lasciando gli altri in balìa della legge del più forte. Nel vero senso della parola, perché quando il migliaio di teppisti ha caricato la folla (quantificabile in 5mila presenti, come minimo) per guadagnare posizioni, davvero si è rischiata una tragedia tipo Heysel. Se nessuno è rimasto schiacciato è perché il dio del calcio è stato benevolo, oltre che per l'intervento di poliziotti e carabinieri che come di consueto si sono presi sputi e insulti un po' da tutti (anche da quelli che stavano difendendo). Ci riferiscono alcuni presenti che però è riduttivo parlare solo di buoni contro cattivi, perché in realtà ben prima dell'apertura dei botteghini (avvenuta alle 10) molti tifosi 'normali' avevano iniziato scavalcare e a spingere chi era arrivato lì prima di loro (in molti casi anche la notte). Sorvoliamo poi sui danni alla città, dal traffico a tutto il resto, per cui De Laurentiis non ha ritenuto opportuno scusarsi. Se avesse messo in vendita tutto via web avrebbero vinto i più veloci, così hanno vinto di sicuro i più violenti e, fra le persone a posto, quelle più leste a sfruttare la confusione (i biglietti erano pur sempre 2.500). Non stiamo dicendo che internet può risolvere tutti i mali del mondo, ma garantire l'ordine pubblico quando si vendono biglietti di una partita senz'altro sì. Poi ci si lamenta che la gente stia a casa davanti a Sky o Mediaset. Cavani è bravo, ma prendersi una sberla per il privilegio di poterlo vedere dal vivo è esagerato.
Stefano Olivari