La vigilia del campionato per l’
Udinese è parsa ai più sottotono, specie se proporzionata agli entusiasmi scatenati all’indomani della conquista del quarto posto, valido per gli spareggi Champions. L’eliminazione, parzialmente meritata, per mano dei più quotati avversari dell’Arsenal, aveva ulteriormente dimezzato la fiducia nel nuovo corso intrapreso dai Pozzo. Ma mente sagace avrebbe dovuto verificare che da quasi 17 anni l’Udinese non retrocede in B, per giunta conquistando spesso e volentieri posizioni di rilievo in classifica. Perché tutto questo scetticismo, da parte pure dei fedeli sostenitori, come puntualmente ravvisato dal patron della società friulana? La cessione multipla degli ultimi gioielli di casa (
Zapata, Inler e il fuoriclasse Sanchez) sembrava non fosse stata assorbita al meglio, grazie agli innesti di autentiche scommesse. Ma se le scommesse dei Pozzo fanno poi vincere un torneo cadetto al
Granada (modesta compagine spagnola che quest’anno sfiderà Messi e compagnia bella nella Liga) e soprattutto fanno proseguire sulla falsa riga della precedente stagione la marcia trionfale dell’Udinese, allora come minimo dovremmo fare tutti un mea culpa. Perché la squadra di
Guidolin ha incamerato 77 punti nel 2011, roba da non credere, roba da scudetto appunto. E se il calendario è stato sicuramente agevole, bisogna pure ammettere che gli innesti, più che carneadi da testare in serie A, sembrano già validi protagonisti a queste latitudini. Non è cambiata la struttura, non è cambiata nemmeno la mentalità, la qualità del gioco. E pazienza se
Badu è più grezzo dello svizzero venduto al Napoli, se Isla magari farà l’interno per dare spazio al recuperato
Basta sulla fascia, uno che dovrebbe insegnare a Krasic come coprire tutto il suo settore. In attacco
Torje è fragile, forse dribbla troppo, ma ha qualità indiscutibili e, se non al livello del Nino Maravilla, può arrivare molto in alto, crescendo di partita in partita. Infine, il brasiliano
Danilo sembra già più continuo del colombiano Zapata al centro della difesa, che guida con autorevolezza disarmante. E allora ci chiediamo: dove potrà arrivare l’Udinese, in un torneo in cui le milanesi sono in palese difficoltà di risultati, il Napoli ha il doppio impegno, la Juve si sta ricostruendo così come la Roma? Qualcosa bolle in pentola, se pensiamo alla grinta, alla motivazione di
Di Natale, che ancora si danna l’anima per un gol sbagliato, che finchè non butta la palla in rete, crea azioni su azioni. Con questa determinazione, questa forza che è anche consapevolezza dei propri mezzi, i limiti possono essere superati. Nel frattempo, la corsa continua.
Gianni Gardon
Dal Blog PELLEeCALAMAIO
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