Tanti discorsi e troppi articoli sul declino del calcio italiano, sul nostro ranking europeo, eccetera, e poi cosa ti succede? Che l'Udinese, cioè il club italiano meglio amministrato (con il secondo classificato che arriva...quinto), a Glasgow contro il Celtic manda in campo la squadra B. Dalla stanchezza di Di Natale al regolamento che non permette di utilizzare Torje, passando per varie altre scuse: a Celtic Park per la seconda partita del suo girone di Europa League Guidolin schiera una Primavera con qualche fuoriquota. Una squadra che potrebbe anche fare bene, in teoria, tanto è il talento potenziale: da Battocchio a Fabbrini, il futuro è assicurato. Non è evidentemente il risultato il punto della questione, che riguarda l'atteggiamento che i club italiani hanno nei confronti della seconda coppa europea. Uno snobismo che sarebbe ingiustificabile anche per Milan e Inter, ma che ancora di più lo è per chi realisticamente ha questa manifestazione come destinazione europea naturale. Con tre soli posti Champions, da questa stagione, e la Juventus che si sta risollevando, il discorso è ancora più chiaro. A livello mediatico la Champions ha ucciso nella culla l'Europa League erede della Coppa Uefa, dopo averlo fatto con la vecchia Coppa delle Coppe e con alcuni campionati nazionali, ma sul piano sportivo un confronto europeo con il Celtic dovrebbe in teoria essere più stimolante della non impossibile sfida con il Bologna di domenica. Questo anche al netto della delusione per il preliminare di Champions con l'Arsenal, girato male solo per alcuni episodi. E' quindi strano che a dare questa dimostrazione di provincialismo sia proprio il club italiano con la mentalità più internazionale.
Stefano Olivari