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Le nostre figurine

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Esistono ancora bambini che si scambiano le figurine dei calciatori? Sì, è un problema meno grave della fame nel mondo e delle guerre, ma ce lo stavamo chiedendo mentre pensavamo alla bella mostra 'Panini 1961-2011, una storia italiana' che fino al 23 ottobre sarà visitabile a Roma. Mostra che non riguarda solo la storica collezione dei Calciatori, partita proprio nel 1961 (quella con il gesto stilizzato di Carlo Parola, alla cui famiglia l'azienda pagò i diritti solo dopo un intervento di Boniperti), ma anche le tante a cavallo fra sport e attualità che raccontano dell'Italia molto più di tanti saggi storici. La nostra prima collezione fu quella dei Giochi Olimpici del 1972, proprio pochi giorni fa abbiamo visto un bambino con l'album di Harry Potter. Ma è dei calciatori che vogliamo parlare qui sul Guerino, fuori dalla retorica dei bei tempi andati visto che un bambino del 2011 ha opportunità molto diverse da quelle di un bambino del 1961. Il calcio è sempre centrale per la Panini, ma soprattutto lo è per l'Associazione Italiana Calciatori. Forse non tutti sanno che i diritti collettivi di immagine pagati dalla Panini sono la fonte principale di introiti dell'AIC, da molti anni, insieme ovviamente ai tesseramenti. Una situazione di confine, perché nessun calciatore ha ovviamente la forza commerciale per prodursi un album da solo con le foto solo di se stesso. Nemmeno Messi, nemmeno Ibrahimovic. E' un discorso che con cifre molto superiori vale anche per i videogiochi: tutti ricordiamo lo storico Fifa della Electronic Arts che per molti anni non ebbe Ronaldo con il nome Ronaldo, ma un suo sosia chiamato 'Numero 9'. Ma perché le figurine cartacee hanno ancora un mercato? Prima di tutto perché si sono adattate ai tempi. Si è arrivati alla situazione davvero limite di produrre una collezione centrata non su uno sport o su uno spettacolo, ma su un videogioco (è accaduto di recente con Invizimals) e all'intelligente idea di permettere, caricando la propria foto sul sito, di crearsi una figurina personalizzata da attaccare fisicamente all'album dei Calciatori. Poi va detto che i social network hanno molto favorito gli scambi, sia fra quarantenni nostalgici che fra bambini. La carta non è ancora morta, almeno per quanto riguarda le figurine. Che magari potrebbero suggerire qualche idea ai giornali, prima che vengano letti solo dai giornalisti (e nemmeno sempre). Stefano Olivari [poll id="8"]