1. Con la qualificazione alla fase finale dell'Europeo, contro avversarie non irresistibili ma comunque ottenuta con due partite d'anticipo, Cesare Prandelli si è pienamente guadagnato altri dieci mesi di simpatia e speranze. Finora la vera vittoria del c.t. è stata quella di creare un clima giusto intorno all'Italia, sperimentando giocatori (51 in un anno i convocati!) e moduli in quantità industriale, ma dando sempre l'impressione di avere in pugno la situazione. Il resto l'ha fatto la buona stampa di cui ha sempre goduto Prandelli mista al disinteresse per le vicende azzurre, che fanno vendere meno di un qualsiasi copia e incolla su Calciopoli. Mal gestite secondo noi le quesioni degli oriundi: al di là dei passaporti, Thiago Motta (decisivo il suo gol in Slovenia), Ledesma e Amauri avrebbero preferito le nazionali dei loro paesi di nascita se solo li avessero presi in considerazione (vale anche per Camoranesi, senza tornare a Monti e Guaita). Giustamente, perché il senso di appartenenza non si cambia a comando. Di questo Prandelli avrebbe dovuto tenere conto, mettendo in secondo piano la (discutibile) utilità del loro impiego.
2. Si è comportata discretamente la difesa azzurra, pur facendo la tara al valore degli avversari. Un solo gol subito in partite ufficiali, l'idea che Ranocchia e Chiellini siano una coppia centrale relativamente affidabile e Buffon che pur avendo perso colpi è sempre Buffon. A centrocampo Prandelli ha scelto la qualità disponibile, rinunciando quasi sempre agli uomini di rottura puri: con tutti in forma, è probabile che all'Europeo confermi la sua idea dei quattro con i piedi buoni. De Rossi, Pirlo, Thiago Motta su una linea e Montolivo leggermente avanzato: soluzione (provata anche con Mauri dietro le punte) che permette di difendersi senza affanno, gestendo il pallone, e impostare l'azione senza dipendere dalle invenzioni del singolo. Tutto bello, in teoria, mentre in pratica questa di Prandelli non è una squadra che crei molte occasioni se i laterali difensivi non sono in uno stato di forma tale da fare su e giù cento volte. Colpa anche di un attacco non ancora definitivo. Il c.t. è diventato con il tempo un cultore dei piccoli alla spagnola, ma se Giuseppe Rossi dà garanzie Cassano è semplicemente Cassano: buono solo quando non ci si aspetta nulla da lui. Fare previsioni con Balotelli è sempre azzardato, ma se non si suicida dovrebbe diventare titolare in breve tempo con Pazzini arma tattica. E quindi? Pur senza la somma del talento della Spagna e senza uomini-copertina, anche questa Italia mediaticamente minore (i dati di ascolto televisivo parlano chiaro) è nella fascia delle grandi nazionali.
3. Claudio Lotito si sarà complimentato con Agnelli e Marotta per la geniale idea di togliere dal sito ufficiale della Juventus la foto e la biografia di Amauri, reo di avere rifiutato il trasferimento in club che devono essergli sembrati meno prestigiosi della Juventus. In effetti, con la certezza in ogni caso di guadagnare quasi 4 milioni netti a stagione, perché un giocatore sano di mente invece che rimanere in bianconero dovrebbe scegliere una squadra fra Fiorentina, Genoa, Fenerbahce, Olympique Marsiglia e Palermo? Con tutto il rispetto, nei prossimi anni la Juventus sembra avere più prospettive e alcuni concorrenti di Amauri sembrano vicini alla pensione. Intanto Amauri si allena da solo, lì con c'è accordo collettivo ponte che tenga. Mentre Marotta diffonde la barzelletta del 'mercato bloccato' dai suoi gran rifiuti. E i dieci giocatori inutili, o comunque non da Juventus, che ha scelto Marotta?
4. Bella mossa di Totti, che ha dichiarato attraverso il suo sito che tutta la Roma, lui per primo, si stringerà intorno al nuovo allenatore per iniziare bene il campionato. Frasi banali ma messaggio pesante: cari detottizzatori dentro la società, non fate combattere a Luis Enrique una guerra che non volete combattere voi esponendovi. Altro che Galaxy o Qatar, io rimango. Il proprietario 2012-13 segue tutto con apprensione pari a quella di Unicredit, mentre gli americani già storcono il naso di fronte all'esercito di scrocconi vip che da decenni sono male abituati all'Olimpico. Intanto domenica il capitano gioca.
5. Molti lettori si sono lamentati dei toni dei commenti agli articoli del Guerin Sportivo web, quelli della nostra rubrica ma anche di altre. Una esigua minoranza, ma una minoranza fastidiosa. A volte sono risposte a ciò che scriviamo noi, altre sono battibecchi nati da discussioni a margine. In questi casi ci sono due sole linee possibili: a) Cancellare, senza spiegazioni, i commenti palesemente idioti o volgari; b) Cancellare solo quelli chiaramente diffamatori (esempio: Tizio è un ladro, Caio è un assassino) e lasciare tutti gli altri. Il Guerino ha scelto la seconda strada, più trasparente, con la consapevolezza che se non ottengono risposta alla fine i beceri se ne vanno da un'altra parte. Gli insulti e le risposte ossessive o fuori tema sono un sottoprodotto dell'anonimato, purtroppo molta gente (è una citazione di Mimmo Morfeo) vive sotto scacco e ha bisogno di un bersaglio contro cui sfogarsi.
Stefano Olivari