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Balotelli non può avere l’iPad

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1. Il modo in cui molti giornalisti parlando dell'iPad ricorda quello con cui una ventina d'anni fa parlavano dei primi cellulari disponibili per il grande pubblico: roba fatua, inutile, da ragazzini viziati. Poi oggi il telefonino ce l'hanno anche le vecchiette che faticano ad arrivare a fine mese. A molti, nati e cresciuti scrivendo con la macchina per scrivere meccanica (purtroppo anche noi), non è parso verso di poter associare questo simbolo di fatuità a Mario Balotelli. Peccato che a Torshavn non l'avesse portato in panchina, come è stato scritto da molti, ma solo con sè durante il riscaldamento e senza nemmeno usarlo. Insomma, come se avesse messo il telefono nella borsa. Siamo nel 2011, anche se qualcuno sogna di tornare all'età della pietra (o perlomeno ai favolosi anni Settanta). Ma finché Balotelli giocherà al Manchester City funzionerà così, senza protezione mediatica sarà sempre carne da macello. Guardate il Cassano milanista di adesso, che rispetto a 5 anni fa non è diventato un'altra persona ed è anche peggiorato come giocatore: di lui però vengono messi in risalto solo i lati positivi, al punto che avergli dato la fascia di capitano azzurro a Bari (rimarrà una delle macchie della gestione Prandelli) è sembrata quasi una cosa normale. Tornando a Balotelli, il punto è che se diventerà davvero quel fenomeno che può diventare in Italia non tornerà più. Se non per qualche comparsata in discoteca. Con il demoniaco iPad. 2. Il Fisco alla romana è ormai letteratura, più che contabilità dello Stato. Segnalato dall'amico Paolo, un interessante articolo del Sole 24 Ore (autore Sergio Trovato) sulla sentenza dello scorso 12 luglio della Commissione Tributaria Regionale di Roma. Che ha stabilito che la Roma non dovrà pagare sanzioni per il mancato versamento di un importo dovuto al Fisco. Attenzione: non stiamo parlando della normale tassazione, ma di una somma che riguardava un condono. Quindi già di per sé riguardante imposte non versate a loro tempo. In sostanza la sentenza, se farà giurisprudenza (e per il bene dell'Italia speriamo di no), stabilisce che la mancanza temporanea di liquidità è equiparabile a una causa di forza maggiore e che il numero di circolari collegate al condono ha confuso il contribuente. Traduzione: se non hai i soldi per pagare le tasse che problema c'è? Basta non pagare. La via italiana al fair play finanziario. 3. Il pasticcio combinato dagli uomini mercato dell'Inter con l'inclusione di Forlan nella lista Champions ha per qualche giorno distolto l'attenzione dalla situazione di Gian Piero Gasperini, che avrebbe avuto un colloquio con Marco Branca non esattamente caratterizzato da cordialità. Il direttore tecnico, evidentemente su input di Moratti, lo ha invitato a non essere troppo rigido riguardo al modulo di gioco e l'allenatore gli ha risposto che lui è così e che preferisce sbagliare con la sua testa. Guarda che se non cambi tu ti cambiamo noi, questo il senso della controrisposta della dirigenza (non disponiamo di intercettazioni, ovviamente). Conclusione: basterà un pareggino per far scattare meccanismi antichi, morattiani ma anche premorattiani (per certi versi Gasperini ricorda Corrado Orrico). Facile previsione: per i media le colpe di eventuali fallimenti saranno solo dell'allenatore, non di chi lo ha scelto senza sapere quali caratteristiche (anche umane) avesse. 4. Il calcio italiano dovrebbe essere 'leggermente' interessato alle vicende della Infront, visto che per 900 milioni di euro l'anno dipende dagli introiti televisivi e Infront Italy è l'advisor della Lega in materia. La società presieduta da Philippe Blatter, nipote del più noto Josef, è stata acquisita per circa 600 milioni di euro non dal solito arabo ma dal fondo inglese Bridgepoint. Cosa cambierà per noi consumatori? Niente. In ogni caso la battaglia che si combatterà dal 2012 in poi sarà sulla disparità di trattamento fra Sky e Mediaset Premium, visto che la prima dà alle società italiane il doppio dell'altra. Adesso che che non c'è più la giustificazione della pseudoconcorrenza di Dahlia i casi sono due: o mette meno soldi Sky o ne metterà di più Mediaset. Essendo peggiorato il prodotto, cioè quello che si vede in campo, più probabile il primo scenario. Non è insomma probabile che Messi scelga la serie A nel prossimo futuro. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it