Scrivo di getto, ancora con le bocce che si stanno muovendo all’Hotel Parco dei Principi di Roma. E con altre cose che si muovono negli italiani maschi. Lo sciopero della Serie A è vicinissimo, servirebbe a questo punto un miracolo per ricucire lo strappo tra calciatori e club. Sono sinceramente irritato, arrabbiato come i tanti che aspettavano questa prima giornata di campionato da tempo.
Non mi interessano nemmeno le ragioni degli uni e degli altri, stavolta. Lo sforzo che si richiede in questi casi è di capire, di farsi un’ìdea. L’unica conclusione che traggo, e che vedo nei volti dei colleghi davanti alla macchina del caffé, è il senso di sopruso e impunità tipico dei privilegiati. Due gruppi di miliardari, gli uni in calzoncini e scarpette, gli altri in giacca e cravatta, che litigano non più su un tema specifico, ma inscenano una stupida lotta di potere che mortifica unicamente il campionato. Si può fermare la passione di milioni di italiani per i fuori rosa? Si può discutere sul contributo di solidarietà, su chi debba pagarlo (io dico i calciatori, senza dubbio) senza rendersi conto del moto di ribellione provocato nei milioni di italiani che guadagnano un quarto o forse un quinto della famosa cifra stabilita da Tremonti? Pensino ai cococo, ai precari, a quel terzo di coetanei che risultano disoccupati (Istat).
Da una parte c’è la protervia padronale di Lotito e degli altri presidenti, calati in un clima Anni 50, dall’altra ci sono calciatori abituati ad avere il cappuccino servito a letto. E che non accettano alcun taglio, il minimo sforzo. Nel mezzo ci sono infine le persone normali, io e voi, i tifosi che vorrebbero semplicemente godersi una partita, visto che da una vita pagano abbonamenti, giornali, biglietti allo stadio solo per sentirsi ogni volta trattati peggio. Quantomeno lo sciopero del marzo 1996 aveva ragioni valide (il fondo di solidarietà per i calciatori più sfigati della Serie C), questo è solo una pagliacciata, che cade in un momento drammatico su altri fronti. A forza di tirare la corda, di continuare a giocare sulla pelle dei tifosi, questa analfabeta classe dirigente e questi ragazzi viziatelli romperanno un filo sottilissimo. Ogni giorno di più. Il giorno della serrata dei tifosi non è poi così lontano.