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A Est di Platini

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Il principale problema dell'Uefa non è il fair play finanziario, facilmente aggirabile e che ormai è diventato solo una scusa da esibire davanti ai tifosi per giustificare un mercato fallimentare. Il principale problema dell'Uefa è la credibilità di molte partite medie, come prova l'attenzione con cui da Nyon si sta seguendo Steaua Bucarest-Cska Sofia, che si giocherà domani per l'Europa League. Le due società sono amiche, in Asia si sta giocando l'impossibile sulla partita, soprattutto all'Uefa sanno benissimo che molte squadre dell'Est europeo (tutte quelle senza un vero ricco come proprietario) preferiscono monetizzare una sconfitta probabile che incassare meno da un passaggio del turno con poco futuro in ogni caso. Secondo questa logica la vittima designata sarebbe il CSKA, pieno di debiti e di pendenze arretrate verso i giocatori. In Bulgaria addirittura alcuni giornali hanno scritto che l'Uefa avrebbe 'avvertito' entrambe le squadre subito dopo il sorteggio, ben conoscendo i propri polli. Insomma, se 'tarocco' sarà dovrà essere un 'tarocco' fatto a regola d'arte. Magari sfruttando i movimenti 'live' delle quote, senza per forza alterare il risultato finale. Un po' come avviene in certe esibizioni tennistiche, quando il primo set viene giocato al 50% dell'intensità, il secondo lo vince sempre chi ha perso il primo mentre nel terzo si fa fa relativamente sul serio. Impossibile quantificare il gioco asiatico, spesso spariamo cifre a casaccio, ma di sicuro le voci sui 250 milioni messi su Steaua-CSKA non avrenno fatto piacere a Platini. I suoi giusti tentativi di far uscire le competizioni europee dal giro dei soliti noti alla fine si scontrano con il tasso di disonestà degli esseri umani. Che la LegaPro dovrebbe essere abolita domani mattina, in un mondo perfetto, è evidente a tutti. Ma quando il discorso si sposta sull'Europa League o anche più in alto non si va mai al di là degli ammonimenti. Stefano Olivari