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Cristiano Ronaldo e Kakà sono della banca

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Magie della finanza. E del calcio. Chi l'avrebbe mai immaginato che si potessero trasformare gli idoli degli stadi e del pallone in una obbligazione trattabile sul mercato dei «collaterali» ? E, addirittura, che nei tortuosi giri dell'economia internazionale questo titolo di carta approdasse nelle tasche della Banca centrale europea? Tutto accade quando c'è da mettersi al riparo dai rischi del default e del fallimento o quando c'è bisogno di liquidità per consolidare le fondamenta. Ma che due fuoriclasse del calibro di Cristiano Ronaldo e Kakà si ritrovino sostanzialmente «cartolarizzati» , ossia spezzati e impacchettati in covered bond, è davvero un'alchimia di alta scuola. Eppure accade proprio questo: che il più importante gruppo del credito spagnolo, Bankia, nato dalla fusione di sette casse di risparmio, si stia rivolgendo alla Bce per ottenere un generoso finanziamento e che, fra le garanzie promesse o richieste a copertura dell'operazione, vi sia niente meno che la coppia d'oro al servizio del Real Madrid e di Mourinho. Nulla di illecito. Anzi. Un vero colpo di fantasia. Un colpo di genio. Che però, formalmente (nel caso in cui l'accordo si chiudesse), consegna la proprietà dei due attaccanti alla prima istituzione bancaria europea. Situazione paradossale: nella malaugurata e lontanissima ipotesi di una caduta di Bankia i Paesi dell'euro si ritroverebbero in portafoglio, ciascuno, un pezzettino del cartellino di Ronaldo e di Kakà. Come è possibile un intreccio del genere? È semplice. Nel 2009 il nuovo presidente della società madrilista, Florentino Perez, si era presentato ai tifosi con un paio di sorprese: aveva acquistato Ronaldo dal Manchester United e Kakà dal Milan. Le casse del club erano quasi vuote ma pur di arrivare a coronare il sogno di riportare il Real nelle posizioni di vertice si era concesso il lusso di sborsare la cifra complessiva di 160 milioni di euro, in parte ((la metà) ottenuta dal prestito bancario degli istituti poi confluiti in Bankia, in testa la Caja de Madrid. Nelle scorse settimane il gruppo delle casse di risparmio ha cominciato a contrattare con la Bce un prestito e naturalmente ha offerto (e sono state chieste) le garanzie del caso. Lo strumento finanziario individuato è un titolo collaterale, il cdo (collateralized debt obligation) che certifica l'esistenza del debito del Real Madrid. In altre parole: il Real deve circa 80 milioni di euro a Bankia e Bankia, a sua volta, utilizza il rapporto obbligazionario come garanzia per la esposizione che contrae con la Banca centrale europea. Cristiano Ronaldo e Kakà vengono «cartolarizzati» , sono bond collaterali che soccorrono la solvibilità delle banche spagnole. Il che significa che nel caso di crollo di Bankia la Bce avrebbe il diritto di pignorare i due giocatori e rivenderli a chi vuole. Fantacalcio, certo. Ma l'ingegneria finanziaria, in tempi di crisi, bada al sodo. Real o non Real. Fonte: articolo di Fabio Cavalera per il Corriere della Sera