Non è molto popolare scriverlo oggi, ma
Giacinto Facchetti dal punto di vista dei comportamenti calcistici rimane cento volte meglio di
Luciano Moggi. Le sue telefonate con
Bergamo, opportunamente 'allenato' (Bergamo) dalla incredibile
Fazi, non sono quelle di un giglio e lo pongono di diritto nel girone dei
Della Valle: cioè di quelli che asseriscono di protestare e di 'provarci' per difendersi dai soprusi dei cattivi (fregando così altri 'buoni', ma a loro non interessa). Non ci sono santini intoccabili, anche se non sono più su questa terra, la parte più ottusa dei tifosi dell'Inter dovrà farsene una ragione. Quelle telefonate erano meritevoli di deferimento, con il metro usato dalla giustizia sportiva prima di Calciopoli (come benchmark vale sempre il Verona di
Garonzi, mandato in B per una telefonata di allusiva cortesia al Gringo
Clerici), non è che una vita limpida possa cancellare eventuali reati. Se Facchetti fosse stato giudicato nel 2006 la sanzione realistica sarebbe stata al massimo simile a quella della Fiorentina (30 punti di penalizzazione nel 2005-06 e 15 da scontare nel campionato di A successivo), del Milan (30 e otto) o della Lazio (30 e 3), non devono esserci intoccabili ma nemmeno tutti possono essere messi sullo stesso piano. Chi reggeva un vero e proprio sistema ed è stato punito in base ad intercettazioni (sapendo di essere intercettato! Figuriamoci cosa potrebbe risultare dalle utenze svizzere...) è molto diverso dai furbi, nei quali va incluso anche Facchetti, che pensavano di rispondere colpo su colpo. Penalizzando poi altre realtà, perché poi a cascata se l'Inter si sentiva derubata dalla Juve di Moggi e
Agnelli (mai dimenticare Agnelli) ci saranno state senz'altro altre squadre che si saranno sentite derubate dall'Inter di Facchetti e
Moratti. (mai dimenticare Moratti). Chi ha impostato la questione come Bene contro Male è fuori strada, significa che segue il calcio da 5 anni al massimo (e che non ha mai visto Moggi in visita da Moratti alla Saras, come l'abbiamo visto con i nostri occhi più volte), ma dire che tutti sono uguali è assurdo. C'è chi merita di essere radiato e chi di essere squalificato o penalizzato.
Stefano Olivari