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Milan-Inter e l’agronomo della Lega

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1. Onore alle dittature, basta che paghino. E' questa l'unica vera filosofia del calcio italiano, che dopo l'indimenticabile Supercoppa a Tripoli (2002, Juventus-Parma) si è piegato di nuovo ai voleri di una Cina che pretendeva che i patti venissero rispettati e che la Supercoppa italiana 2011 si disputasse a Pechino il 6 agosto due anni dopo avere ospitato Inter-Lazio. Qualche giorno fa Milan e Inter hanno appreso dell'esistenza della Coppa America e hanno messo in circolo (mediatico) l'intenzione di annullare tutto e di giocare il 21 agosto a San Siro, per permettere vacanze adeguate ai sudamericani ma anche per non togliere ai propri tifosi un derby attesissimo. Niente da fare, gli organizzatori avevano già messo in campo soldi veri oltre ai quasi 3 milioni e mezzo per le due squadre: Milan-Inter si giocherà quindi a Pechino il 6 agosto. Il solito Made in Italy a supporto di regimi autoritari, considerati una grande opportunità di sviluppo almeno fino a quando non li si bombarda. Diciamo però che aerei italiani a bombardare Pechino sono improbabili, quindi andiamo con il derby in Asia. Mentre si scaldano i polpastrelli i cantori dei 'nuovi mercati', pieni di opportunità: di solito si tratta di pagare meno gli operai, ma forse stiamo banalizzando concetti troppo elevati per noi. Meno male che si può almeno ridere, visto che grazie a questa prodezza intercontinentale siamo venuti a sapere dell'esistenza di un agronomo della Lega (!!!), che andrà in Cina a fare da consulente per il campo. I cinesi asseriscono di avere inventato tutto, ma evidentemente non l'erba. 2. Il calcioscommesse partito da Cremona è diventato dopo nemmeno una settimana la solita inchiesta all'italiana, con fatti e personaggi che saltano fuori giorno per giorno. Ancora presto per fare previsioni sul futuro di singoli tesserati e di intere squadre, quindi, mentre il quadro generale è già chiaro. Un quadro di furbizia e di rapporti interpersonali strani, per truccare lo spettacolo alle spalle del popolo bue: poi ci si chiede come mai i grandi investitori (eufemismo per dire 'spenditori') stranieri preferiscano la Premier League, che non è un mondo lontano dalle scommesse (anzi) ma che almeno ha una parvenza di onestà. E sembrare onesti, in ottica di marketing, è più importante che esserlo. Non sono un caso le voci su ripensamenti della cordata americana che fra un mese dovrebbe perfezionare l'acquisto della Roma. Si tratta probabilmente di un mezzuccio per risparmiare qualche milione, ma un Bolton qualunque avrebbe offerto più certezze. 3. Inutile mentire a voi ma anche a noi stessi: per tutta l'estate scriveremo di calcioscommesse, che è comunque sempre meglio che inventarsi l'arrivo di fenomeni (partiti da Aguero siamo arrivati a Mario Gomez, magari domani sarà il turno di Beppe Signori) per illudere i tifosi della Juventus: che sono tanti e quindi da tenersi buoni, non è che si possa fare fatturato con il Benevento. Comunque non è di sicuro credibile che un portiere di LegaPro godesse delle confidenze dei giocatori di A, al di là del fatto che riuscisse a vendersi come 'bene informato' presso il dentista della situazione. O l'inchiesta fa un salto di qualità, con intercettazioni dirette di calciatori in attività (per dire, non ce n'è una sola, al momento, in cui sia Doni a parlare) che però dovrebbero già essere state fatte, oppure rimarremo nella vaghezza più assoluta buttando nella fornace del web nomi e partite tanto per produrre un po' di fango. Tutte le partite con tanti gol sono diventate sospette, anche senza scostamenti significativi rispetto ai volumi medi di scommesse. Senza il pentito, quello che non è mai esistito davvero né nel calcio né nella ndrangheta, rimarremo a questo stadio. Tanto a fine agosto si ricomincia. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it