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PROMOSSI: Il primo non può che essere Messi. L’argentino sta andando pericolosamente oltre la dimensione di semplice miglior giocatore del mondo, e in sé riassume tutta la formidabile stagione di un Barcelona strutturato a partire dalla sua posizione di falso centravanti. Poi Mourinho. Sì, proprio lui. Nessuno gli regala mai il privilegio delle attenuanti. La critica più astiosa vede come un fallimento la semplice normalità: aver perso contro una delle migliori squadre della storia (avendole per giunta tenuto testa in una serie equilibratissima di scontri diretti) al primo anno di un progetto. Ora che ha vinto pure l’ostilità degli scrittori (Valdano ha perso il braccio di ferro e non sarà più il direttore sportivo; Javier Marías non risulta fra i possibili successori dell’argentino) e conquistato il potere assoluto, la sensazione è che il suo Madrid possa solo migliorare, Messi permettendo. Squadre meritevoli: il Villarreal, il secondo miglior tiqui-taca della categoria, anche se con qualche difetto di tenuta nel lungo periodo; il Levante che fa di necessità virtù; l’Espanyol, capolavoro incompiuto (la cessione di Víctor Ruiz e il periodo di assenza di Osvaldo hanno compromesso le chances-Uefa). Individualità sparse, senza nessuna pretesa di completezza: un Agüero mai così incisivo, destinato a lasciare l’Atlético; Bruno Soriano, la bussola del Villarreal; e poi le giovani sensazioni, su tutti Muniain (Athletic) e Rondón (Málaga). RIMANDATI: Valencia e Athletic Bilbao, nonostante il terzo e il sesto posto finale. Il Valencia ancora incerto nell’imporre una sua identità, soprattutto negli scontri diretti con le due grandi e in Europa; l’Athletic ancora troppo legato a uno stile di gioco (palla lunga a Llorente) che sta sempre più stretto ai suoi talenti (l’anno prossimo anche Ander Herrera). Pellegrini ci ha messo un po’ a trovare la quadratura, dopo forzature iniziali (l’ottimo regista Apoño schierato esterno) che quasi sono costate la retrocessione al Málaga. Vedremo se il gran finale di stagione troverà un seguito nella prossima, con lo sceicco che annuncia un mercato sempre più ambizioso (Van Nistelrooy il primo acquisto). BOCCIATI: l’Hércules, esempio negativo di gestione societaria; il Deportivo malinconicamente retrocesso; un Sevilla qualificato per l’Europa League ma alle prese con una grave crisi di credibilità del suo modello (Bielsa avrebbe potuto rilanciare gli entusiasmi, peccato), e infine un Forlán passato dalla condizione di miglior giocatore del mondiale a quella di separato in casa. (a cura di Valentino Tola)