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L’età della Schiavone

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Francesca Schiavone è riuscita a sfruttare al massimo un periodo di vuoto di potere nel tennis femminile, ma non si vince per caso un Roland Garros e non si arriva nell'edizione seguente in semifinale se non si ha la testa dei campioni. E non è ancora finita, dopo le battaglie con la Jankovic negli ottavi e con la Pavlyuchenkova nei quarti...Certo è che con le Williams rotte, la Henin ritirata, la Clijsters acciaccata e sul punto di salutare tutti per la seconda volta, la Ivanovic in crisi di nervi, la Stosur con la solita paura di vincere, le russe che hanno tutte perso qualcosa rispetto al recente passato, nel tennis femminile emergere è diventato più facile rispetto a qualche anno fa. Solo che i premi, almeno nei tornei dello Slam, sono uguali a quelli dei maschi a causa di un male inteso concetto di parità. Se poi, come la tennista italiana, hai una varietà di colpi che ti consente di far impazzire i cento muri di gomma in circolazione (nemmeno la numero uno WTA Wozniacki fa eccezione) e una condizione fisica che a 31 anni è perfetta, meriti ogni successo. Guardando i successi della Schiavone in prospettiva, però, ci sembrava giusto dire che in questo momento l'asticella è più alta nel settore maschile. Il tennis è il meno provinciale degli sport, teniamo il tricolore per occasioni più importanti. 2. Per quale motivo un fondo d'investimento del Qatar dovrebbe investire i suoi soldi nel deprimente campionato francese? Deprimente, guardando al marketing, in rapporto a una Premier League dove anche un Boltoin qualunque assicura una visibilità internazionale maggiore rispetto a quel Paris Saint Germain il cui 70% è appana passato di mano (il 30% rimane del fondo americano Colony Capital, che nel 2006 aveva acquistato la totalità delle azioni dal gruppo Canal Plus). Anche al di fuori del calcio, bisognerà iniziare a farsi queste domande, senza paura di scorrettezza politica. Non è vero che chi ha i soldi abbia sempre ragione, anche se così ci hanno insegnato a pensare decenni di 'colpi' chiesti al munifico presidente della situazione. Ora che i soldi vengono da fuori, il latente razzismo che è in tutti noi potrebbe aiutarci a riflettere insieme agli inevitabili amici del bare del genere 'Moratti con i suoi soldi può fare quello che vuole'. 3. Sul conto di Alberto Contador si sentono gli stessi discorsi riservato a suo tempo al Merckx o all'Indurain di turno, come se questi campioni invece di nobilitare l'albo d'oro del Giro d'Italia venissero a rubare spazio e soldi ai fenomeni italiani. In certe epoche più mafiosetti che forti. L'organizzatore delle tappe del Giro in Friuli, Enzo Cainero, fuori tempo massimo ha accusato la Saxobank (quindi Contador e il manager Riis) di avere ispirato l'annullamento in extremis della pericolosa discesa del Crostis. Non siamo in grado di dare un giudizio tecnico sul Crostis, che comunque era stato reso abbastanza sicuro con cuscini e protezioni, ma ricordiamo che la discesa è stata cancellata non dagli organizzatori o dai direttori sportivi ma dall'UCI in un momento molto particolare. Bello fare i fenomeni adesso, con Contador lontano e il cadavere di Weylandt ormai freddo. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it