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Juventus, Bronzetti al posto dell'oro

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Juventus e Real Madrid hanno davvero bisogno di un mediatore per fissare un appuntamento e discutere dei trasferimenti di giocatori famosi, ognuno oltretutto con un suo procuratore? Evidentemente sì, visto che al tavolo del ristorante madrileno Puerta 57 insieme a Marotta, Paratici e Florentino Perez c'era l'immortale Ernesto Bronzetti. L'aspetto interessante della vicenda è secondo noi questo, non tanto quello riguardante gli scarti che il Real proverà a piazzare (a volte giocatori bolliti, altre clamorosi errori di valutazione: vedi Sneijder o Robben) quanto il ruolo che nel 2011 i mediatori continuano ad avere anche nelle trattative in cui le parti hanno a disposizione tutti gli elementi per informarsi. Un po' in ribasso nel mondo Milan, dove Raiola (non lontano da Moggi) è ora la stella più luminosa, Bronzetti non ha preclusioni di maglia ('facilitò' il passaggio di Figo all'Inter, per dire) e sembra obbligatorio che ci sia il suo marchio su ogni operazione sull'asse Italia-Spagna. Bravo lui, a essersi trasformato da direttore sportivo di serie C (fra l'altro squalificato per tre anni in seguito allo scandalo scommesse del 1986, quando lavorava al Foggia) in uomo chiave del calciomercato internazionale. Senza essere Mourinho, facciamo anche noi la domanda: porqué? Visto che le mediazioni si pagano, possono andare dal 5 al 20% del valore totale dell'operazione, non si capisce (o forse lo si capisce fin troppo bene) perchè due club come Juventus e Real Madrid abbiano bisogno di un facilitatore. Nel pacchetto poi è compresa anche la gestione mediatica dei trasferimenti, veri o solo ipotizzati: trovarsi per un 'vertice segreto' alla Puerta 57, che è dentro lo stadio e con mille persone che vanno e vengono, è meglio che mandare un comunicato all'Ansa. L'effetto è comunque raggiunto: gli spagnoli si sbarazzeranno di qualche indesiderato, quel che rimane degli Agnelli mostrerà al popolo bianconero che si è ancora dello stesso rango del Real Madrid e che si è attivissimi sul mercato. Anche se Lass Diarra non è sulla carta meglio di Felipe Melo, anzi, Bronzetti ha comunque vinto. Stefano Olivari