Alla vigilia di Schalke-Inter qualche giornale si era spinto a sostenere che tutta Italia avrebbe dovuto tifare per i nerazzurri per salvaguardare i quattro posti in Champions. Peccato che nemmeno un'impresa a Gelsenkirchen avrebbe fatto raggiungere il punteggio della Germania in quel ranking che determinerà le partecipanti alla massima competizione calcistica europea...
Alla vigilia di Schalke-Inter qualche giornale si era spinto a sostenere che tutta Italia avrebbe dovuto tifare per i nerazzurri per salvaguardare i quattro posti (tre diretti, uno al preliminare) in Champions. Peccato che nemmeno un'impresa a Gelsenkirchen avrebbe fatto raggiungere il punteggio della Germania in quel ranking che determinerà le partecipanti alla massima competizione calcistica europea (e diciamo pure del mondo) dalla stagione 2012-13. Già perché per quest'anno il nostro carrozzone avrà ancora quattro passeggeri, mentre la quarta della serie A 2011-12 si dovrà accontentare di quell'Europa League che in Italia accende la fantasia di pochi (il che significa che la sesta non enterà in Europa nemmeno dalla porta di servizio: alla seconda coppa europea parteciperanno la quarta del campionato, che andrà al turno ad elimibnazione diretta, la quinta che disputerà l'ultimo preliminare e la vincitrice della Coppa Italia) ed ispira l'impegno di nessuno. Può essere utile ricordare che il declino italiano non è iniziato ieri, ma a fine anni Novanta quando abbiamo perso il primo posto nel ranking: Inghilterra, Spagna e Germania ci sono davanti in virtù non dei successi delle 'punte' (in fondo l'Inter l'anno scorso ha vinto la Champions ed i successi del Milan non sono stati nella preistoria) ma di un migliore livello medio. L'idea di separare i ranking, Champions ed Europa League, per favorire i movimenti come il nostro che ogni tanto piazzano il colpaccio, suona come una furbata. Che ovviamente sarà respinta da chi ci sta davanti. Non c'è quindi bisogno di una o due squadre leggendarie, ma di una crescita generale della classe media. Chissà se la nuova Lega lo capirà. Difficile, visto che sarà governata dai soliti noti.
Stefano Olivari