Chiedere ad un qualsiasi appassionato di sport qual è la prima immagine che gli suscita l’accostamento tra le parole “Costa d’Avorio” e “calcio”, nella stragrande maggioranza dei casi la risposta non potrebbe essere che una:
Didier Drogba. L’attaccante del Chelsea incarna pienamente ciò che spesso viene definito “il simbolo di una Nazione”. Per il popolo ivoriano, Drogba non rappresenta soltanto un’icona sportiva, bensì nazionale.
Ripercorrere le orme del bomber di
Abidjan è impresa ardua per tutti; riuscire a ritagliarsi un posto d’onore nella “hall of fame” del calcio ivoriano lo è altrettanto. Recentemente ci sono riusciti i fratelli
Yaya e Kolo Touré, da anni sulla ribalta a livello internazionale. Stiamo però parlando di giocatori non paragonabili, per ruolo e caratteristiche tecniche, a
Drogba. E’ invece un attaccante, sebbene anche in questo caso molto diverso dalla stella del
Chelsea,
Yao Kouassi Gervais, noto a tutti come
Gervinho, votato
“Sportivo dell’Anno 2010” in Costa d’Avorio a dispetto di un Mondiale non proprio brillante. Le 13 reti messe a segno nella stagione 2009-2010 con la maglia del
Lille gli hanno permesso di prendersi quelle luci della ribalta vanamente inseguite prima in Belgio con la maglia del
Beveren, poi in Francia con quella del
Le Mans.
Nel
Lille Gervinho ha trovato l’ambiente giusto per il salto di qualità. Dopo una prima annata di buon livello, l’ivoriano ha dimostrato di non essere un fuoco di paglia confermandosi uno dei principali protagonisti – insieme al gioiellino belga
Eden Hazard e al bomber
Moussa Sow – della straordinaria cavalcata dalla squadra di
Rudi Garcia, leader della
Ligue 1 con pieno merito. Dodici sono le reti messe a segno finora dal numero 27 del Lille, alle quali vanno aggiunti nove assist, cinque dei quali alla rivelazione Sow.
Veloce, dinamico e abilissimo nel dribbling,
Gervinho ha già attirato su di sé le sirene di numerosi club europei, interessati ad accaparrarselo in vista della prossima stagione. Lui, 23enne di
Anyama, acconciatura stravagante che non gli permette di passare inosservato, parla poco e corre tanto, preferendo dire la sua sotto i riflettori degli stadi piuttosto che davanti alla luce delle telecamere.
Se il
Lille, in attesa da quasi sessant’anni di mettere in bacheca un nuovo titolo di Campione di Francia, dovesse riuscire a tornare in vetta al calcio transalpino, una menzione d’onore toccherà proprio al suo
“ghepardo” d’Africa. La sua prossima fermata? Per pensarci c’è tempo. Intanto,
Gervinho continua a fare ciò che gli riesce meglio: correre e segnare.
(a cura di
Renato Maisani)