Luciano Moggi da luglio lavorerà per il Milan alla luce del sole, non appena quindi saranno scaduti i cinque anni di squalifica per i fatti di Calciopoli. Non è certo una notizia inaspettata, visto che da quando l'amico Raiola opera in orbita rossonera Moggi è diventato una sorta di consulente esterno del club...
Luciano Moggi da luglio lavorerà per il Milan alla luce del sole, non appena quindi saranno scaduti i cinque anni di squalifica per i fatti di Calciopoli. Non è certo una notizia inaspettata, visto che da quando l'amico Raiola opera in orbita rossonera Moggi è diventato una sorta di consulente esterno del club. Non è certo una notizia ufficiale, né potrebbe esserlo vista la squalifica dell'ex re del mercato.
La novità degli ultimi giorni, precisamente di martedì, è che Adriano Galliani si è convinto (o meglio, fra le mille grane giudiziarie e politiche è stato Berlusconi a convincerlo) a tornare al vertice della Lega calcio non appena Maurizio Beretta saluterà definitivamente per andare a Unicredit. Il suo doppio ruolo, lega e Milan, non sarebbe più effettivo come qualche anno fa ma sarebbe puramente virtuale. In questo nuovo assetto politico Galliani guiderebbe una Lega ormai spaccata fra A e B in attesa di diventarlo anche amministrativamente, mentre del Milan diventerebbe presidente onorario.
Manager calcistico della società rossonera diventerebbe così Moggi, che nonostante gli ottimi rapporti con Andrea Agnelli non è mai stato davvero in corsa per tornare alla Juventus. Sembra una notizia vecchia di 6 anni, perchè in quel famoso incontro a Palazzo Grazioli fra lui e il premier si era parlato anche di calcio, ma nonostante l'età dei protagonisti fa parte del presente. E anche del futuro rossonero, sul quale Moggi ha idee chiare e per niente in contrasto con quelle di Galliani (che quindi diventerà una sorta di supervisore).
Queste le linee guida del progetto Moggi, ovviamente approvato da Berlusconi: 1) Tenere Ibrahimovic a ogni prezzo, anche se il Barcellona non farà sconti sui 24 milioni di euro ancora dovuti, a costo di sacrificare altre pedine importanti; 2) Non fare alcuno sforzo per riscattare Robinho, alla luce anche delle note vicende la società toglierà dal mercato Pato; 3) Puntare su pochi acquisti di qualità indiscutibile: Chiellini da affiancare a Thiago Silva (Nesta è orientato verso il ritiro) in difesa, Bale come terzino d'attacco o più verosimilmente come esterno sinistro in un centrocampo a 4, realisticamente Palombo per rinforzare il pacchetto degli incontristi e una punta di riserva più affidabile di Cassano (in settimana personaggi vicini a Moggi hanno parlato di Pellissier). Gli altri saranno tutti giovani futuribili e con quotazioni non ancora esplose, in puro stile Moggi: pochi movimenti, ma per fare la differenza. Poco fantamercato (oggi è il primo di aprile è un bel 'Messi al Milan' qualcuno lo sparerà di certo) e tanto realismo. Tutto da decifrare il futuro della panchina: Allegri negli ultimi due mesi non è piaciuto né a Moggi né tantomeno a Berlusconi: più per la rotazione degli uomini e le poche occasioni da gol che per il lavoro (molto buono) svolto in generale. Il suo futuro è chiaramente leggibile: con lo scudetto in tasca rimarrà, senza sarà in bilico e sostituibile dai tanti allenatori moggiani in circolazione: primo fra tutti Gasperini, visto che le voci su Lippi sembrano inventate. La certezza è che il Milan riparte da Moggi: non è poco, né per il Milan né per Moggi.